20/07/2015 – A chi appartiene l’intercapedine tra due unità immobiliari? La risposta non è immediata, ma è utile a capire se determinati interventi sono stati realizzati in modo legittimo o meno.
A questo dubbi…
20/07/2015 – A chi appartiene l’intercapedine tra due unità immobiliari? La risposta non è immediata, ma è utile a capire se determinati interventi sono stati realizzati in modo legittimo o meno.
A questo dubbi…
Un nuovo strumento di agevolazione dell’energia sostenibile per interventi sociali è stato avviato dalla Comunità Europea (CE) -organo esecutivo dell’UE- utilizzando i fondi non spesi del Programma energetico europeo. Dovrà sostenere gli Stati membri dell’UE a soddisfare gli obiettivi della direttiva conosciuta come “pacchetto 202020. Vediamo brevemente le principali peculiarità e quali opportunità offre a investitori e beneficiari.
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L’European Energy Efficiency Fund (EEEF) è una partnership mista -tra pubblico e privato- e ha una duplice valenza: da un lato agevola l’accesso al credito di promotori di progetti pubblici (P.A e ESCOs) di piccola scala e dall’altro remunera gli investitori privati mediante un sistema di vendita di azioni. In generale, il fondo è in linea con la Dichiarazione sui Principi e gli Standard Ambientali e Sociali della BEI (Banca Europea degli Investimenti ed è dotato di un SEMS (Social and Environmental Management System) che definisce i suoi propri standard di rendimento e relative procedure. Nello schema visualizziamo il suo approccio olistico:
Creato nel 2011 il fondo europeo ammette l’ingresso d’investitori di vario tipo: le agenzie donatrici, governi, istituti finanziari internazionali e investitori privati professionali e, in ogni caso, in base alla legge lussemburghese SIF (Specialized Investments Funds). La CE ha apportato 125 milioni di euro (Junior Tranche Fund), in parte assumendo i rischi economici associati ai progetti d’investimento. La BEI (dalle sue origini nel 1958 fino alla fine degli anni ’80 presieduta da italiani) ha apportato 75 milioni di euro (Mezzanine Tranche and Senior Stock Option), la nostrana Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ha contribuito con 60 milioni di euro (Mezzanine Tranche and Senior Stock Option ), mentre la Deutsche Bank (DB) ha investito 5 milioni di euro (Mezzanine Tranche) ed è anche l’ente gestore degli investimenti dell’EEEF. Il gruppo dei principali azionisti punta ad aumentare il capitale totale, dagli attuali 265 milioni di euro a circa 800 milioni di euro, attirando ulteriori investitori privati.
I progetti finanziabili possono riguardare:
I progetti finanziabili possono riguardare:
I progetti finanziabili devono riguardare:
I progetti vengono ammessi al finanziamento agevolato in base a dei precisi criteri di selezione condotta in due fasi dalla DB: la prima (mediante screening) e la seconda (mediante due diligence). Gli investimenti devono raggiungere l’obiettivo specifico di risparmio di energia primaria per progetti di efficienza energetica almeno del 20%, fatta eccezione per il settore edilizio nel quale è richiesta una percentuale più elevata a seconda dei casi. Gli investimenti nel settore dei trasporti devono soddisfare l’obiettivo specifico della riduzione del 20% delle emissioni di CO2. Allo scopo, è necessario fornire una stima dell’attuale risparmio di COe di energia primaria. Altri dettagli da includere sono le previsioni e il metodo di calcolo, ovvero gli indicatori per misurare il raggiungimento di detti obiettivi ambiti.
Gli organismi pubblici che richiedano finanziamenti dovranno esplicitare obiettivi concreti, ovvero misurabili, volti alla mitigazione dei cambiamenti climatici così come le eventuali strategie pluriennali per perseguirli. Ad esempio, la sottoscrizione del Patto dei Sindaci è vista dai selezionatori come un fattore positivo poiché dimostra l’impegno preso dall’ente locale di andare oltre agli obiettivi delle politiche energetiche dell’UE in termini di riduzione delle emissioni di CO2 attraverso un miglioramento dell’efficienza energetica, la produzione e l’uso di energia più pulita. L’elemento chiave del buon esito della richiesta di finanziamento è il rapporto totale tra debito e capitale, se è al di sopra di un certo livello (a seconda del progetto) e EEEF considera tale valore insufficiente, il finanziamento allora non è fattibile.
I beneficiari finali del fondo sono gli enti pubblici -a livello locale e regionale (compresi i Comuni)- le aziende pubbliche e private (al servizio degli enti locali) quali le aziende del settore energetico dedite al pubblico servizio, i fornitori di trasporto pubblico, le associazioni di edilizia sociale, o le società che offrono servizi energetici, ecc. Gli investimenti sono ammessi in Euro e solo in una piccola percentuale anche nelle altre monete locali. Sono finanziabili solo i progetti realizzabili negli stati membri dell’Unione Europea. Per quanto riguarda la tipologia, come vedremo, gli investimenti nel settore in oggetto possono essere di due tipi: diretti oppure verso le istituzioni finanziarie.
Gli investimenti in progetti di efficienza energetica ed energia rinnovabile vanno dai 5 ai 25 milioni di Euro e riguardano i progetti di soggetti promotori come: società di servizi energetici (ESCO), servizi di energia rinnovabile ed efficienza energetica su scala ridotta, agenzie di distribuzione che servono mercati di efficienza energetica ed energia rinnovabile nei paesi target.
Gli strumenti finanziari includono debito senior (pagamento prioritario, n.d.t.), finanziamenti intermedi (o mezzanine), strumenti di leasing e prestiti forfettari (in cooperazione con i partner industriali). Sono inoltre disponibili co-investimenti equity per energie rinnovabili anche oltre il termine dei progetti finanziati e con la partecipazione di enti privati che agiscano per conto delle autorità locali, regionali e nazionali.
I tradizionali finanziamenti bancari -come i debt investments– possono durare fino a 15 anni, mentre la partecipazione dell’EEEF al finanziamento ma anche ai guadagni come gli equity investments- possono essere flessibili, quindi adattati alle necessità delle varie fasi di progetto.
Il Fondo può co-investire come parte di un consorzio e partecipare mediante una condivisione di rischio con una banca locale.
Riguardano gli investimenti in banche commerciali locali, società di leasing e altri istituti finanziari scelti che finanziano, oppure si impegnano a finanziare, i beneficiari finali soddisfando i criteri di ammissibilità dell’EEEF. Gli istituti finanziari, partner scelti, riceveranno debt investments con scadenza a 15 anni. Gli strumenti ammessi, eccetto gli equity investments, sono: debito senior, debito subordinato e garanzie.
Gli istituti finanziari accordano ai beneficiari del Fondo -che soddisfano i criteri di ammissibilità- il finanziamento di progetti di efficientamento energetico e di energia rinnovabile.
Il Fondo offre finanziamenti commerciali, ovvero prestiti di denaro a valore di mercato, il cui tasso d’interesse è negoziabile da parte del beneficiario in funzione della struttura di rischio del suo investimento. Nella maggior parte dei casi varia in funzione dell’EURIBOR, ma può essere convertito anche in tasso fisso. Ad eccezione dell’Assistenza Tecnica (AT), qualunque finanziamento mediante l’EEEF va restituito interamente.
Il fondo concede un contributo della Commissione Europea pari al 90% dei costi complessivi per coprire il servizio di AT a condizione che il progetto venga poi finanziato mediante lo stesso fondo. Il servizio ha lo scopo di facilitare l’implementazione di progetti sostenendo la preparazione di studi di fattibilità, business plan e gare d’appalto.
Agli investitori è assicurato un rendimento basato sulla resa azionistica del principio a cascata, secondo il quale ci sono tre diverse categorie di azioni in ordine rispetto al maggior grado di rischio: C, B e A. La variabilità del rendimento è agganciata all’Euribor 6M più uno spread (aggiornamento semestrale, n.d.t.). A seconda della redditività del Fondo, sono possibili dividendi complementari.
La domanda di finanziamento può essere inviata direttamente alla DB, oppure attraverso un proprio project manager esperto in europrogettazione per la verifica di fattibilità del progetto. Una volta terminato positivamente lo screening, per la rispondenza alle linee guida dell’EEEF, il progetto verrà ammesso alla due diligence e quindi sottoposto alla decisione finale in merito alla sua ammissibilità al finanziamento da parte dei maggiori azionisti del fondo. Per l’ammissione alla seconda fase di analisi i proponenti devono fornire informazioni più dettagliate, come il modello finanziario, descrizione generale del progetto e dettagli tecnici per la valutazione del rapporto rischio-rendimento. Solo in caso di rispondenza del progetto, alle prescrizioni ambientali e di sviluppo, l’ente gestore del fondo prepara una proposta di investimento, affinché possa essere valutata dal Comitato degli Investimenti. Una volta ottenuta l’approvazione, da parte degli organi direttivi del fondo, la DB prepara la relazione finanziaria finale, necessaria per assicurare il rispetto dei termini e delle condizioni concordate. A tal fine, i beneficiari devono includere una regolare rendicontazione (semestrale e annuale) delle performance finanziarie, sociali ed ambientali.
Per concludere, evidenziamo che l’EEEF investe soltanto in tecnologie sicure (quelle nell’ambito della R&S sono ammesse, ma seguono altri criteri non oggetto del fondo in questione) purché non precedentemente finanziate da altri programmi UE (Fondi Strutturali, Fondi di Coesione, ecc.). L’unica ipotesi ammissibile di complementarietà tra l’EEEF e i sopra menzionati programmi UE è la possibilità del progetto di essere finanziabile in fasi separate. In fine, la richiesta di finanziamento non ha una scadenza definita, pertanto fino alla durata del fondo può essere inviata in qualsiasi momento; tuttavia per la verifica dell’ammissibilità è preferibile che la gara di appalto del progetto sia stata già avviata o conclusa. Per ulteriori informazioni rimandiamo al sito della BEI.
Ethimo presenta Le Gerle, il progetto vincitore del concorso ‘L’Italia che si Alza’20/07/2015 – Una gerla, uno zainetto, una seduta outdoor. Dall’unione ideale delle forme di questi elementi, nascono Le Gerle, le sorprendenti sedute per este…
Studio Job, Toiletpaper, Nichetto, Malerba, Diesel Living
20/07/2015 – Seletti, il design brand italiano più innovativo e ironico, torna a Parigi in occasione di Maison et Objet dal 4 al 8 settembre 2015. Il salone internazionale più prestigioso per il settore decorazione/casa sarà l’occasione per presentare alcuni pezzi inediti ed interessanti: importanti aggiunte alla collezione Cosmic Dinner realizzata con Diesel Living, inaspettate integrazioni per l’outdoor con Industry Garden Furniture di Studio Job e nuovi prodotti della collezione Seletti wears Toiletpaper.
A questi si aggiungono alcuni nuovi prodotti della serie Hybrid disegnati da CTRLZAK e My Little Neighbours di Marcantonio Raimondi Malerba…. Leggi l’articolo
Stella, un omaggio al genio creativo di Luca Scacchetti20/07/2015 – La serie “Stella”, nata nel 2007 in occasione del 125° anniversario della storica azienda novarese, rappresenta una vera e propria sintesi della filosofia creativa…
Linea Light Group per il recupero della Chiesa Madre di Nociglia20/07/2015 – La Chiesa Madre di Nociglia, edificata nella seconda metà del XIX secolo in stile neogotico, ha richiesto un particolare studio illuminotecnico per la valorizzazio…
Compass: rombi asimmetrici in legno firmati Paolo Cappello
20/07/2015 – Compass scardina lo stereotipo classico del parquet. L’innovativa forma a rombo-asimmetrico dei listoni, genera un particolare effetto ottico: la superficie non risulta più piatta, ma sembra animarsi in una terza dimensione, con linee spezzate che cambiano man mano che ci si avvicina o allontana.
Un effetto unico, per progetti di forte carattere e valore estetico.
Disegnato da Paolo Cappello, Compass nasce dall’incontro tra design e artigianalità: ‘Il design è una disciplina che si confronta principalmente con modalità produttive di tipo industriale; quando invece incontra l’artigianalità, si svincola… Leggi l’articolo
Il comune di Ringkøbing-Skjern, in Danimarca, ha aderito al PAES (Piano Azione per l’Energia Sostenibile) nell’ambito del Patto dei Sindaci con l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza energetica grazie alle fonti rinnovabili entro il 2020, superando quanto stabilito nella direttiva UE conosciuta come “Pacchetto 20-20-20”. Il virtuoso Comune danese ha infatti già superato nel 2007 gli obiettivi europei con il 20% di energia rinnovabile e ora punta ad un obiettivo più ambizioso: arrivare al 65% entro il 2015, e quindi coprire il 100% del proprio fabbisogno energetico entro il 2020.
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Ringkøbing-Skjern è il comune con la più alta densità di animali in Danimarca, ma paradossalmente la produzione di biogas è quasi assente. D’altro canto, esistono 10 impianti di cogenerazione, di taglia piccola/media localizzati nel territorio comunale, finalizzati al teleriscaldamento e attualmente alimentati a gas naturale. Il progetto prevede di produrre biogas – dall’80% dei reflui zootecnici – in una rete di 60 piccoli impianti, interconnessi da 150 km di gasdotti. Mentre il biometano verrebbe prodotto in due impianti centralizzati di upgrading: uno da 4.500 Nm3/ora a Ringkøbing e l’altro da 2.500 Nm3/ora a Skjern, arrivando a sostituire entro il 2020 fino al 75% del gas naturale attualmente utilizzato.
Il comune ha valutato come i reflui possono essere utilizzati nella maniera più efficiente dal punto di vista energetico grazie a un modello unico che combina i menzionati CDAD con una rete di distribuzione del biogas. È chiamato “Modello Ringkøbing -Skjern” definendo così un nuovo paradigma di sostenibilità, basato sull’integrazione fra i centri di produzione agricola e i centri urbani . Si tratta dunque, non solo di un modello energetico, ma anche di un vincente esempio di come la politica, la finanza, gli enti pubblici, le associazioni di cittadini, agricoltori e allevatori possono collaborare con l’obiettivo comune di ridurre allo stesso tempo i costi di gestione dell’amministrazione pubblica, il carico inquinante degli allevamenti (odori, emissioni incontrollate di NH3 e CH4) e la bolletta energetica dei cittadini.
Di seguito le principali voci di costo del progetto, finanziato con 114 M€ :
Secondo Energinet.dk, il distributore nazionale danese di gas, il Modello RKSK rappresenterebbe un ottimo volano per il miglioramento della produzione di biogas e la creazione di una infrastruttura sostenibile in Danimarca. Attualmente il Programma Danese per la Ricerca e lo Sviluppo dell’Energia (EUDP) supporta lo sviluppo e l’implementazione del progetto che verrà cofinanziato dal Fondo Europeo per l’Efficienza Energetica (European Energy Efficiency Fund, EEEF, una “società d’investimenti a capitale variabile” secondo la legge del Lussemburgo) ed è stato fondato dalla Commissione Europea in cooperazione con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI). Il capitale iniziale erogato dalla Commissione Europea attraverso la BEI, si è poi arricchito dei contributi di altri partner come la Cassa Depositi e Prestiti, e la Deutsche Bank che gestisce gli investimenti.
Infine, nel paese delle turbine eoliche, non poteva mancare quello che definiremmo come il “Modello Ringkøbing -Skjern V2.0”, ovvero basato nella produzione di idrogeno a partire dagli eccedenti di elettricità generata dalla fonte eolica, e successivamente la sua trasformazione in metano mediante il processo Sabatier , tecnica che utilizzala CO2 del biogas come fonte di carbonio per la reazione chimica. In questo modo, è possibile immagazzinare gli eccedenti di energia elettrica sotto la forma di un vettore energetico tecnologicamente più facile da utilizzare dell’idrogeno, quale appunto il metano, ad un costo competitivo con quello delle batterie, circa 4,5 centesimi di euro per kWh immagazzinato.
Nel 2103 il solo dissesto idrogeologico ha causato anche in Italia oltre 3.700 nuovi “rifugiati ambientali” (meglio noti come “sfollati”) secondo la definizione delle Nazioni Unite. Secondo l’IDCM (Internal Displacement Monitoring Centre) il problema dei rifugiati ambientali non riguarda solo paesi di altri continenti come Asia e Africa, ma anche l’Unione Europea: nel 2013 l’UE ha registrato circa 115.000 nuovi sfollati, di cui 3.700 proprio in Italia!
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Una vera tragedia che ogni anno mina nuove vittime e causa infiniti danni.
Il dossier “Effetto Bomba” di Legambiente evidenzia le situazioni di emergenza in cui si trovano edifici collocati in aree R3 e R4 di rischio idrogeologico; un documento che richiama l’attenzione sulle vite umane in pericolo a causa di edifici realizzati in aree assolutamente rischiose e che ogni anno che passa richiedono notevoli spese per riparare i danni da esse prodotte all’ambiente ad esse circostante. Si tratta di edifici costruiti ignorando completamente le regole di tutela dal rischio idrogeologico, in territori fragili e che hanno potuto contare sulla negligenza di chi ha permesso che esse potessero essere completate e addirittura utilizzate.
Il passato di queste costruzioni -purtroppo in molti casi ancora utilizzate per le loro funzioni- è caratterizzato da eventi calamitosi quali alluvioni e frane, e presenta un futuro molto incerto, sospeso tra il crollo imminente e l’indifferenza di chi dovrebbe porre rimedio a queste situazioni di pericolo.
L’International Disaster Database del CRED (Center for Research on the Epidemiology on Disaster) mostra come in Italia, nel decennio 2005-2014, alluvioni e smottamenti hanno causato circa 10.000 sfollati totali, con una media di 1.000 nuovi “rifugiati ambientali” ogni anno, e numeri superati solo dai devastanti terremoti dell’Aquila e dell’Emilia Romagna, che assieme alla fragilità idrogeologica del nostro paese sono un’altra causa di rovina del territorio.
Eccoli così come Legambiente li elenca anche se ci teniamo a sottolineare che ve ne sono molti altri in condizioni altrettanto rischiose, non solo per gli edifici ma anche per chi vi staziona al loro interno e per tutto l’ambiente ad essi circostante.
Il responsabile scientifico di Legambiente, Giorgio Zampetti, spiega che “tutti i soggetti coinvolti (Ministeri, Regioni, Autorità di bacino, uffici tecnici comunali, ordini professionali, associazioni di categoria, commercianti, artigiani, comitati e cittadini), dovrebbero avviare una concertazione con l’obiettivo di rivedere la programmazione degli interventi e predisporre opportuni vincoli sulle aree oggetto degli interventi di delocalizzazione, individuando soluzioni procedurali e economiche per realizzare gli interventi di demolizione e delocalizzazione”.
Un processo spesso lungo e macchinoso, considerata la lentezza della macchina burocratica, ma anche impossibilitato dai troppi interessi in gioco a tenere quegli edifici in piedi: prestigio di chi li ha realizzati, interessi economici di chi ha al loro interno attività in corso, mancanza assoluta di fondi per le operazioni di dismissione, etc…
Alessandro Trigila, responsabile dell’Inventario nazionale dei fenomeni franosi dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ci ricorda che “Il consumo di suolo viaggia al ritmo di 7 metri quadrati al secondo, pari a 100 campi di calcio al giorno. Abbiamo un territorio fortemente antropizzato che, a parte gli 8000 Comuni, è fatto da tantissimi piccoli paesini e frazioni.”
Dai dati della su citata ISPRA sappiamo che in Italia avvengono in media 2000 frane all’anno (di varia entità) e, cosa sconvolgente, è il dato fornito da ISPRA che censendo 500 mila frane nel nostro territorio nazionale -di cui alcune ferme da anni ma potrebbero tornare ad essere attive in qualsiasi momento- ci fa presente che in tutta Europa le frane sono “solo” 700 mila: ebbene 2/3 di tutte le frane europee sono concentrate solo in Italia!
Ci si può tuttavia attivare per agire sul futuro dell’edilizia in aree potenzialmente a rischio. Serve un’attenta programmazione, occorre inserire gli interventi di delocalizzazione (i piani per spostare le attività che attualmente si trovano in quelle aree a rischio) all’interno della pianificazione di bacino fino ai piani di riqualificazione urbana.
Il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini sostiene che “Di fronte a questo scenario servono scelte nuove e radicali: in caso di edifici che mettono a rischio le persone che vi abitano o vi lavorano e anche chi sta intorno, l’unica scelta possibile è quella della demolizione e delocalizzazione delle attività. Per questo ci aspettiamo un impegno in tal senso e un segnale di discontinuità da parte del Governo, a partire dall’appuntamento degli Stati generali sul clima di lunedì prossimo”.
Italiasicura, la struttura ministeriale con il compito di agire contro il dissesto idrogeologico e operare sullo sviluppo delle infrastrutture idriche, pare si sia attivata da un anno a questa parte aprendo i primi 429 cantieri per un totale di circa 700 milioni di euro in tutta Italia a favore della prevenzione del rischio idrogeologico.
Inoltre l’unità di missione di Palazzo Chigi ed il Ministero dell’Ambiente hanno raccolto le proposte regionali per il Piano nazionale settennale 2014-2020 della difesa del suolo che punta a partire con risorse per 7-9 miliardi e il Piano stralcio destinato alle aree metropolitane.
Il sito Polaris dell’Irpi-Cnr oltre a fornire dati, mappe e statistiche aggiornati sugli eventi di frana e inondazione che hanno causato danni diretti alla popolazione, presenta la sezione “Sei preparato?” che contiene consigli su cosa fare e non fare prima, durante e dopo un’alluvione: un sito di facile comprensione e, nella sua semplicità, molto incisivo e utile non solo a capire ma anche ad agire consapevolmente in caso di rischio e di evento calamitoso imminente.
Trattare la pelle di un edificio come un’opera d’arte ideando facciate cinetiche ed allestimenti interattivi ad energia zero è possibile, lo dimostra l’artista americano Ned Kahn che da sempre fa confluire scienza e arte nelle sue opere. Il suo lavoro si basa sull’osservazione dei fenomeni fisici, prendendo ispirazione dalla natura e dal movimento dei fluidi, cercando costantemente di creare un’opera che interagisca con l’ambiente circostante e con gli spettatori.
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“Le mie opere spesso incorporano acqua che scorre, nebbia, sabbia e la luce per creare sistemi complessi e in continua evoluzione. Molte di queste opere possono essere viste come “osservatori”, nel senso che incorniciano ed esaltano la nostra percezione dei fenomeni naturali -dice l’artista, che continua- Sono incuriosito dal modo in cui diversi pattern possono emergere quando le cose scorrono. Questi modelli non sono oggetti statici, sono modelli di comportamento, temi in natura ricorrenti.”
Ned Kahn raccoglie e divide i suoi lavori in Nebbia, Acqua , FuocoLuce, Vento e Sabbia, a seconda del principio da lui utilizzato per creare l’installazione, opere che possono essere allestimenti urbani come intere facciate di edifici.
Ecco alcune delle tante installazioni dell’artista californiano.
Il Cloud Arbor, ideato nel 2012 in collaborazione con l’architetto Andi Cochran, è un’installazione permanente nel museo dei bambini di Pittsburgh. Una foresta stilizzata fatta di alti pali in acciaio inox contenenti nebulizzatori di acqua che a brevi periodi di tempo permettono di creare una nuvola che appare e scompare dissipandosi lentamente nell’aria e diradandosi tra questi arbusti fittizi, come la nebbia nella foresta. Adulti e bambini possono interagire giocando tra i tubi ed aspettando il momento in cui magicamente apparirà la nuvola, inoltre è un ottimo sistema di raffrescamento urbano nelle giornate più calde.
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Lo Spoonfall è una parete costituita da una griglia metallica nella quale sono integrati 200 cucchiaini da caffè, si trova nella hall dell’Hotel H2 a Healdsburg in California. I cucchiaini posizionati in orizzontale vengono fatti oscillare grazie al riutilizzo delle acque piovane provenienti dal sistema di raccolta in copertura. La caduta dell’acqua genera il movimento dei cucchiaini in parete e produce un suono rilassante simile alle goccioline di pioggia. Un sistema semplice riproducibile facilmente, e soprattutto efficiente per rendere l’ambiente di attesa dell’hotel accogliente ed incuriosire gli ospiti.
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Il Firefly in collaborazione con KMD Architecture è una installazione esterna in facciata realizzata nel 2012, commissionata dalla San Francisco Public Utilities Commission per la nuova sede amministrativa. Posta sulla facciata Nord dell’edificio, a coprire le turbine eoliche, la Firely è composta da un reticolo di migliaia di tessere di piccole dimensioni in policarbonato chiaro, incernierate su un unico lato e libere di muoversi con il vento. I moduli sono tenuti assieme tramite una maglia in acciaio che va ad agganciarsi alla struttura dell’edificio. In ogni trave orizzontale del sistema di supporto è presente un interruttore elettrico connesso al magnete presente in ciascun pannello, in questo modo il vento muove naturalmente gli elementi in policarbonato durante il giorno, generando un effetto simile alle increspature delle onde, mentre la mattina e la sera, tramite il magnete, si può aprire e illuminare momentaneamente con dei piccoli led di colore giallo-verde accompagnando il movimento dei pannelli con piccoli bagliori simili allo scintillio delle lucciole. L’illuminazione di questa opera richiede meno energia di una lampadina da 75watt, inoltre fruisce dell’energia prodotta dal sistema eolico integrato nell’edificio.
Technorama Facade è una delle prime opere di Ned Kahn risalente al 2002. La facciata del centro di scienza Svizzero Technorama è pensata come una maglia metallica alla quale sono ancorati migliaia di piccoli tasselli di alluminio liberi di muoversi seguendo le diverse correnti d’aria. La facciata segue il vento plasmandosi in composizioni sempre diverse e riflettendo la luce. Il risultato è quello di una pelle estremamente flessibile e viva che richiama l’incresparsi dell’acqua sotto l’effetto della corrente. Oltre ad arricchire di valore artistico l’edificio, la facciata interessa anche la larga piazza del museo dalla quale è ben visibile.
Le Wind Fins appartengono ad un’opera più recente del 2012: Il Neiman Marcus Store in California. Il sistema di pannelli in alluminio spazzolato è integrato in facciata, dove vetrate continue definiscono il prospetto principale dell’edificio. I pannelli verticali sono costituiti da una serie di alette che si muovono indipendentemente l’una dall’altra rispetto al perno fisso costituito dal montante verticale della struttura di supporto. È un sistema di schermatura solare mobile, che si muove delicatamente sotto l’effetto del vento, riflettendo le luci ed i colori dell’intorno urbano, generando un gioco di colori e riflessioni in movimento.
Nel 2006 Ned Kahn realizza le Wind Leaves per il Waterfront di Milwaukee davanti al museo di Arte. Sono delle sculture altissime composte da un pilastro metallico al quale si agganciano tramite dei cuscinetti a sfera delle superfici ricoperte da piccoli dischi in acciaio inossidabile che riflettono la luce del sole. Come delle grandi foglie si muovono e ruotano attorno al pilastro per effetto del vento. Ma gli spettatori possono interagire in modo diretto con la struttura grazie a delle manopole che gli consentono di ruotare queste grandi foglie al vento.
Sempre nel Milwaukee Waterfront, l’artista realizza tra le Wind Leaves, una serie di oggetti i Pebble Chime. I visitatori possono giocare con l’allestimento che funziona in modo simile ad uno xilofono, sembra quasi una foglia del Wind Leaves caduta a terra, la superficie però è in alluminio forato e al suo interno sono disposti dei chiodi, i visitatori possono far cadere dei ciottoli all’interno della foglia, in tal modo i ciottoli rimbalzando tra i chiodi produrranno musica.
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17/07/2015 – Via libera dalla Conferenza Unificata al modello unico per la Super Dia, cioè la Dia alternativa al permesso di costruire, utilizzata in molte regioni per nuove costruzioni, ristrutturazioni pesanti e ristrutturazioni urbanist…
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17/07/2015 – Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha approvato la Linea Guida per la identificazione, la qualificazione ed il controllo di accettazione di compositi fibrorinforzati a matrice polimerica (FRP) da utilizzarsi per il consolidam…
17/07/2015 – La Lombardia sposta dal 1° agosto 2014 al 31 dicembre 2016 il termine per l’adozione dei sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore sugli impianti termici.
La proroga è stata decisa con la Legge Regionale 20/2015, che modificando la Legge Regionale 24/2006, prevede di “estendere l’obbligo di installare, entro il 31 dicembre 2016, sistemi per la termoregolazione degli ambienti e la contabilizzazione autonoma del calore a tutti gli impianti di riscaldamento al servizio di più unità immobiliari, anche se già esistenti definendo i criteri e le modalità per riconoscere i casi in cui l’installazione non sia tecnicamente possibile o efficiente in termini di costi e proporzionata rispetto ai risparmi energetici potenziali”.
Le Regione si adegua così alle tempistiche previste dal Decreto Legislativo 102/2014, che ha recepito nell’ordinamento italiano la Direttiva 2012/27/UE..
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17/07/2015 – Sono 3.434 i progetti ammessi ai finanziamenti Inail previsti nel bando Isi 2014 che stanzia 267 milioni di euro per sostenere la realizzazione di interventi di prevenzione e l’adozione di modelli organizzativi orientati …
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17/07/2015 – Con Lodge di Jacuzzi®, la spa progettata per valorizzare ogni struttura ricettiva con il prestigio, la qualità e l’eccellenza Jacuzzi®, holiday park, glamping, hotel e villaggi turistici prolungano la stagione del turismo legato al benessere, che sarà possibile sia nei periodi caldi che nei periodi freddi dell’anno.
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Renzo Piano firma il nuovo edificio affacciato sul fiume Hudson
17/07/2015 – Progettato dallo Studio Piano e situato tra la High Line e il fiume Hudson, il nuovo edificio del Whitney aumenta notevolmente lo spazio dedicato al Museo e alla programmazione delle mostre offrendo il display più ampio mai avuto per la sua ineguagliabile collezione di arte moderna e contemporanea americana. Racconta Renzo Piano: “Il progetto del nuovo museo è frutto di un attento studio delle esigenze del Whitney e il voler dare una risposta a questa straordinaria area. Abbiamo voluto avvalerci della sua vitalità e allo stesso tempo sottolineare la ricchezza del suo carattere. Il primo grande intervento è stato fatto progettando l’ingresso a sbalzo,… Leggi l’articolo
Best seller e novità per valorizzare gli spazi con la luce
17/07/2015 – L’ambiente outdoor è al centro dell’interesse del design contemporaneo, la riscoperta di una nuova convivialità, da vivere soprattutto negli ambienti domestici esterni, ha completamente rinnovato lo stile dell’illuminazione.
Elio Martinelli già negli anni ottanta aveva intuito il valore degli esterni come estensione del vivere quotidiano, creando il Sistema Polo, concentrando in una serie di prodotti, una diversa estetica degli spazi outdoor.
Da Polo siamo arrivati a Pistillo e a Trilly, a GlouGlou Pol a Bowl e a Biconica fino ad arrivare a Lalalampada, ultima nata tra i sistemi di illuminazione da esterno…. Leggi l’articolo
Gufram presenta Blow, design by Emanuele Magini17/07/2015 – Decontestualizzare è la parola d’ordine di Blow il recamier disegnato da Emanuele Magini per Gufram.
Potrebbe essere la perfetta chaise lounge pop del vostro strizzacervelli…
Le proposte Fabbian dedicate agli ambienti di lavoro
17/07/2015 – La luce influisce molto sullo stato fisico ed emotivo delle persone, è per questo motivo che l’illuminazione nell’ambiente di lavoro deve essere adeguata per evitare l’affaticamento degli occhi, lo stato di stanchezza ma soprattutto il minore rendimento.
Ecco alcune soluzioni firmate Fabbian:
Sospesa e Pulse, in vetro extra chiaro, donano pregio all’ambiente garantendo un’illuminazione diffusa.
Lampada simbolo della leggerezza, Sospesa è formata da una lastra piana in vetro extra chiaro temperato dello spessore di 15 mm, fresata per l’alloggiamento del circuito elettrico. Una lampada in grado di illuminare anche ampi spazi… Leggi l’articolo
Un viaggio nei luoghi e culture del mondo con eventi e show cooking17/07/2015 – Alitalia ed Etihad Airways festeggiano più di 30.000 ospiti nel loro Padiglione, un vero polo di attrazione per il pubblico più esigente, che desidera tr…
Quale migliore consiglio per la realizzazione di un “costruzioni da spiaggia” di quello di Renzo Piano, l’architetto italiano più conosciuto al mondo? Il progettista genovese, che lo scorso Agosto è stato nominato Senatore a vita, intervistato da Rosanna Greenstreet di The Guardian, racconta di aver imparato a pensare in grande già da piccolo, quando giocava con la sabbia sulla spiaggia, e svela i suoi suggerimenti per realizzare un castello di sabbia. Lui che, come racconta lui stesso alla giornalista, con quattro figli, di cui il più grande ha 50 anni e il più piccolo 16, nonostante il suo vasto portfolio di progetti prestigiosi, non ha mai rinunciato alla costruzione di costruzioni di sabbia con i suoi bambini!
Perché per realizzare castelli di sabbia non bisogna essere bambini: l’importante è riuscire a pensare come un bambino.
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“Innanzitutto deve esserti chiaro che costruire un castello di sabbia è un’operazione effimera. Non avere troppe aspettative perché è destinato a durare pochissimo, prevalentemente perché sarà inghiottito dalle onde. Per questo motivo non va posizionato troppo vicino al mare, ma nemmeno troppo lontano dalla battigia: la relazione con le onde e lo studio dei loro movimenti è uno degli aspetti più divertenti del processo. Suona più complicato di quanto non sia ma, al contrario, è semplice ed istintivo.”
“Realizza una sorta di fossato con le mani nel punto in cui la sabbia è stata lasciata umida dalle onde. Il fosso non dovrebbe essere più profondo di circa 30 cm e largo 45. Raggruppa la sabbia nella forma di una piccola montagna di circa 60 cm, con un’inclinazione delle pareti laterali di circa 45 gradi.”
“Scava un solco che colleghi il solco intorno al castello con il mare: consentirà alle onde di entrare. Il momento in cui l’acqua invade il fossato e lo rende vivo è magico. Se hai scelto la posizione giusta per il castello, puoi rimanere a guardare l’acqua scorrere anche per 10-15 minuti. Per catturare l’immagine nella memoria, chiudi gli occhi quando l’acqua entra nel fossato.”
“Il tocco finale è quello di una bandierina o qualsiasi altra cosa riesca a trovare, da posizionare sulla punta del castello. Servirà a renderlo più visibile alle persone che corrono in spiaggia.
Poi và a casa senza voltarti.”
16/07/2015 – Sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale i tre decreti del Ministero dello Sviluppo Economico che riscrivono le norme sull’efficienza energetica degli edifici.
Attestato di prestazione energetica (APE), metodologia …
16/07/2015 – In caso di pianificazione urbanistica si può presentare ricorso contro le scelte del Comune solo se si dimostrano una serie di condizioni. Lo ha spiegato il Consiglio di Stato con la sentenza 3433/2015.
Nel caso preso…
16/07/2015 – Sale da 50 milioni a 80 milioni di euro il contributo a fondo perduto per gli interventi di efficientamento energetico e produzione di energia da fonti rinnovabili negli edifici pubblici delle Regioni convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia).
L’aumento è stato deciso con il DM 13 luglio 2015, firmato dall’Autorità di gestione del POI Energie.
Le risorse previste dal bando CSE 2015 – Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza Energetica 2015’ verranno assegnate fino a esaurimento scorte.
Cosa finanzia il bando per l’efficienza energetica
Il bando finanzia interventi da realizzare attraverso l’acquisizione tramite le procedure telematiche del Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA) dei seguenti prodotti:
– impianto fotovoltaico connesso in rete;
– impianto solare termico acs per uffici;
– impianto solare termico acs per scuole con annessa attività sportiva;
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