07/07/2015 – 25 anni di storia, di sfide e di ricerca. Buzzi & Buzzi festeggia nel 2015 l’importante traguardo dell’anniversario, che sigla una fase di profondo rinnovamento e di crescita intrapresa con determinazione dai titolari …
07/07/2015 – 25 anni di storia, di sfide e di ricerca. Buzzi & Buzzi festeggia nel 2015 l’importante traguardo dell’anniversario, che sigla una fase di profondo rinnovamento e di crescita intrapresa con determinazione dai titolari …
iittala alla mostra ‘Le Stanze del Vetro’, alla Biennale e alla Peggy Guggenheim Foundation07/07/2015 – Fino al 2 agosto 2015, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, è aperta al pubblico la mostra “Il vetro finlandese nella Collezi…
Cortezari reinterpreta un classico elemento decorativo
07/07/2015 – CorteZari ha partecipato al recente Salone del Mobile di Milano presentando una novità nel panorama delle decorazioni di pareti. Con la boiserie ZENIT, che prende spunto da un classico elemento decorativo, in questo caso rivisitato in chiave contemporanea, ognuno è libero di creare la propria versione personalizzata, scegliendo tra una vastissima palette di materiali e decorazioni per i pannelli e i profili in metallo.
L’innovazione di ZENIT sta nell’idea di poter combinare a piacere pannelli in legno e rivestiti, con ante che nascondono elementi contenitivi a filo parete: la boiserie non è più solo pannello decorativo ma diventa vero e proprio… Leggi l’articolo
Il living firmato DiTre Italia07/07/2015 – DiTre Italia, dopo il Salone del Mobile 2015, racconta la nuova filosofia del Brand, nata da un attento studio delle forme e dei materiali, ispirata ad un’idea di living dal sapore di lusso understa…
La nuova collezione effetto pietra di Lea Ceramiche07/07/2015 – Ispirata al mondo delle pietre della tradizione francese (Borgogna), italiana (Chianca) ed europea in generale (pietre calcaree compatte), la nuova collezione effetto pietra di Lea Ce…
Colors by Mosa per la nuova stazione ferroviaria di Delft
07/07/2015 – La vecchia stazione di Delft è in fase di rifinalizzazione e quella nuova si presenta come gioiello architettonico con la ceramica protagonista. Il cantiere è rimasto chiuso al pubblico fino alla fine del febbraio 2015, ma, una volta terminati i lavori, la stazione di Delft ha infine riaperto i battenti. Si è visto subito che lo studio di architettura Mecanoo non ha lesinato gli sforzi per riflettere nel design il retaggio storico di Delft, sede tradizionale del principe d’Orange. Un concetto che lo studio, situato a Delft nei pressi della nuova stazione, ha preso seriamente a cuore.
La prima cosa che i visitatori notano è l’enorme… Leggi l’articolo
Al Cersaie un progetto espositivo dedicato al benessere e alla natura
07/07/2015 – In occasione della prossima edizione di Cersaie, Zucchetti. Kos scelgono di essere presenti in fiera in modo non convenzionale.
Anche questa volta il gruppo preferisce un approccio comunicativo creativo e diretto e decide di partecipare ad un progetto alternativo con un contenuto culturale che supera le comuni modalità commerciali.
Si chiama DAY OFF il progetto di allestimento multibrand, curato da Diego Grandi, che sarà in mostra al padiglione 29 nei giorni dell’evento fieristico, dal 29 settembre al 2 ottobre.
Duecentoquaranta i metri quadrati che andranno a disegnare un rifugio per le vacanze, un luogo dove l’architettura dialoga con l’esterno… Leggi l’articolo
07/07/2015 – Si chiama Caleffi Domestic Water Sizer e permette di dimensionare in modo rapido e corretto i principali componenti per impianti idrico sanitari. Si tratta della versione app dell’omologo dimensionatore su desktop: CALEFFI vuole seguirti nella tua giornata di lavoro, dall’ufficio al cantiere.
– Scarica da App Store (iOS)
– Scarica da Google Play (Android)
Come funziona e quali sono le sue specificità? Lo ricordiamo qui di seguito.
Inserendo gli opportuni parametri di progetto vengono proposti i prodotti compatibili alle condizioni di utilizzo. L’applicazione permette inoltre di salvare il report di… Leggi l’articolo
06/07/2015 – La riqualificazione energetica degli edifici pubblici consentirebbe un risparmio pari a più di 240 milioni di euro. È la sintesi tracciata dall’Enea, che ha fornito una panoramica sulle condizioni degli immobili pubblici.
Riqualificazione energetica degli edifici della PA
Secondo l’Enea, gli edifici della Pubblica amministrazione sono oltre 13 mila. I loro consumi ammontano a 4,3 TWh, per un costo pari a 644 milioni di euro annui.
La parte più energivora è rappresentata dal 20% circa degli edifici, che consumano 1,2 Terawattora e costano 177 milioni di euro all’anno.
Gli interventi sull’involucro edilizio e sugli impianti consentirebbero una riduzione dei consumi di circa il 40%, con un risparmio di 73 milioni di euro all’anno. Per realizzarli servirebbe un investimento di più di un miliardo di euro.
Riqualificazione energetica delle scuole
Prendendo in esame la condizione..
Continua a leggere su Edilportale.com
06/07/2015 – Dura presa di posizione della Rete delle Professioni Tecniche nei confronti di OICE (Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica) sul tema del riconoscimento giuridico delle Societ&agr…
06/07/2015 – Se un intervento è realizzato con Dia o Scia, l’Amministrazione può vietare la prosecuzione delle attività anche dopo il termine di trenta giorni previsto dalla legge. È la conclusione cui è a…
06/07/2015 – Singoli cittadini o professionisti associati in ordini e collegi potranno partecipare alle attività di protezione civile allo scopo di promuovere la consapevolezza dei diritti e doveri dei cittadini e favorire misure di auto protezione.
Questo ciò che prevede il disegno di legge 2607 ‘Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale e coordinamento della protezione civile’, di cui la commissione Ambiente della Camera ha approvato il 1 luglio 2015 il testo base.
Protezione civile: partecipazione cittadini e università
Oltre alla partecipazione di cittadini e ordini professionali sarà prevista la collaborazione delle università e degli enti ed istituti di ricerca alle attività di protezione civile, ai fini dell’integrazione in esse di conoscenze e prodotti di ricerca ed innovazione, anche frutto di iniziative promosse dall’Unione Europea e da..
Continua a leggere su Edilportale.com
06/07/2015 – Il Friuli-Venezia Giulia ha pubblicato un bando per la concessione di finanziamenti in conto capitale per la realizzazione di interventi di manutenzione straordinaria finalizzati alla messa a norma di impianti tecnologici o al conseg…
Vivere sull’acqua è sempre stato un desiderio insito nella natura umana, nei secoli molti popoli indigeni hanno adottato soluzioni abitative galleggianti per proteggersi dalle fiere o dalle piogge incessanti e rimanere a contatto con la natura incontaminata, vicino alle fonti di sostentamento. Come dimostrano questi 5 progetti, l’architettura contemporanea ha saputo rispondere in modo molto particolare a questo ritrovato bisogno di abitare sull’acqua.
{loadposition google1}
Al giorno d’oggi si sta sempre più pensando a differenti modi d’abitare, indipendenti dalla terraferma e legati alla sostenibilità ambientale, per la risoluzione di un problema reale come l’aumento della popolazione mondiale e la diminuzione di cibo.
Cinque progetti di architettura sostenibile sull’acqua, dal più piccolo al più grande, da una casa a una città, dimostrano come una tale soluzione si possa adattare a ogni scala, forma, esigenza.
La casa Waternest di Giancarlo Zema Design Group è una dimora galleggiante con un diametro di dodici metri e un’altezza di quattro; cento metri quadrati per ospitare comodamente quattro persone e produrre energia pulita sufficiente per coprire i consumi, grazie ai pannelli fotovoltaici presenti sulla copertura. La struttura portante è in alluminio e legno lamellare riciclati, gli arredi interni sono ecologici e l’impianto di micro-ventilazione è del tipo a basso consumo. Grazie all’uso di materiali sostenibili, l’abitazione è riciclabile fino al 98%.
Bloom è uno dei più interessanti progetti di fattoria che ondeggia sull’acqua, presentato dagli architetti parigini Sitbon Architectes. Si tratta di una sfera semisommersa ancorata al fondale, del diametro di quarantacinque metri, in grado di produrre fitoplancton, cioè microorganismi che assorbono CO2 e, attraverso la fotosintesi, restituire ossigeno. Può, inoltre, monitorare il livello dei mari in caso di tsunami e avere tutte le attrezzature necessarie per desalinizzare l’acqua marina, producendo acqua dolce per il consumo domestico.
Nel Parco di Rotterdam, in Olanda, la Recycled Island Foundation ha pensato di avviare un progetto per la ripulitura dai rifiuti del fiume Nieuwe Maas, con un macchinario che trasforma la plastica recuperata dalle acque in piattaforme esagonali galleggianti, dove far crescere piante e fiori. Il lato sommerso dell’isolotto serve da appiglio per alghe, piante acquatiche e molluschi; in questo modo si realizzano piccole oasi di verde sfruttando il materiale plastico, impedendogli di raggiungere il Mare del Nord, inquinandolo.
Per uno dei porti più antichi di Amsterdam, Houthaven, è stato progettato un eco-quartiere galleggiante carbon neutral, composto da abitazioni, negozi, scuole, spazi per l’assistenza sanitaria e per il tempo libero. Una serie di penisole che, dalla terraferma, si estendono verso il mare, ospitano gli edifici autosufficienti dal punto di vista energetico, perché dotati di impianti solari, fotovoltaici e minieolici.
Inizia nel lontano 1995 il progetto americano della Freedom Ship, una mastodontica nave alta venticinque piani e lunga un miglio, una vera città galleggiante in grado di ospitare cinquantamila residenti. Negozi, abitazioni, scuole, ristoranti, giardini, un aeroporto, la mega struttura può sfruttare il moto ondoso, l’energia del sole e del vento per essere autosufficiente. Per gli elevatissimi costi di costruzione e la crisi economica alle porte, il progetto fu abbandonato all’inizio degli anni 2000.
Con il termine Riqualificare si intende “rendere qualcosa qualitativamente migliore” ed è proprio questo che sta accadendo in una vasta area di Friburgo, in Germania, grazie ad un progetto avviato nel 2007. Nel giro di poco più di 10 anni infatti, l’area Ovest del quartiere Weingarten sarà completamente riqualificata dal punto di vista energetico grazie al piano “Weingarten 2020” che ha come obiettivo la riduzione dei consumi di energia e vuole porsi come modello per la futura riqualificazione della città.
{loadposition google1}
Quello per il Weingarten di Friburgo è un progetto ambizioso che non si limita ad intervenire puntualmente sui singoli edifici ma coinvolge l’intero quartiere e soprattutto agisce sia sul patrimonio edilizio, elevando le prestazioni di involucro e impianti, che sulla rete di approvvigionamento di energia, migliorandone l’efficienza: un approccio integrato che va ben oltre i principi del 5° Programma di Ricerca Energetica del Governo tedesco a cui si ispira, ovvero trasformare i risultati di ricerca in progetti in grado di verificarne l’applicabilità, l’efficienza e la futura commerciabilità.
Simbolo dell’operazione è il grattacielo di 16 piani situato al numero 50 di Bugginger Strasse; l’edificio, completamente trasformato in modo da raggiungere gli standard di casa passiva, costituisce il progetto pilota del piano: primo ad essere realizzato, permetterà il miglioramento degli interventi successivi, soprattutto in termini di soluzioni tecnologiche e abbattimento dei costi.
Il progetto di riqualificazione interessa un’area quasi esclusivamente residenziale in cui la maggior parte degli edifici, quasi tutti di proprietà della società di costruzioni Freiburger Stadtbau GmbH, sono stati realizzati negli anni Sessanta grazie ad interventi di edilizia sovvenzionata. Un design semplice ma efficiente, concepito per soddisfare un’elevata domanda abitativa in tempi rapidi e a costi contenuti, caratterizza le due tipologie edilizie predominanti ovvero 4 torri di 16 piani ed edifici in linea di 4 e 8 piani aggregati ad U in modo da formare una corte aperta destinata a verde.
Oltre alle case a schiera realizzate negli anni 2000 per far fronte ad una nuova richiesta di alloggi, nel quartiere sono presenti anche alcuni edifici pubblici come una scuola, un asilo, la chiesa protestante, la Facoltà di Scienze Applicate e alcuni negozi di vendita al dettaglio.
Il fabbisogno di riscaldamento, ad eccezione di alcune abitazioni con impianti autonomi, è soddisfatto tramite una rete di teleriscaldamento (4 linee che coprono, oltre alla parte occidentale, anche altri due quartieri limitrofi) alimentata da due impianti di cogenerazione, ognuno con una potenza termica di 7,27 MW, e tre caldaie da 10,11 MW di potenza ciascuna.
La pianificazione è iniziata nel 2007 per i grattacieli di 16 piani e nel 2009 per gli altri blocchi in linea mentre i lavori di riqualificazione, partiti nel 2010 con il progetto pilota, si protrarranno fino al 2018. Il successivo monitoraggio dei risultati consentirà di verificare l’efficacia delle misure adottate: l’obiettivo è portare l’attuale consumo di Energia da 21,6 GWh a 14,5 GWH con una riduzione del 32%.
I principali interventi sul patrimonio edilizio consistono in:
Un progetto parallelo è stato inoltre intrapreso dalla Freiburger Stadtbau per informare i cittadini sui benefici di una casa passiva e per illustrare loro, tramite visite a domicilio, le norme comportamentali finalizzate al risparmio di energia.
Grazie al progetto pilota dell’edificio di 16 piani lungo Bugginger Strasse si è potuto realizzare il primo grattacielo passivo di Friburgo che, con i suoi 45 metri di altezza, è ritenuto l’emblema del piano “Weingarten 2020”.
Una ristrutturazione totale ha interessato non solo l’involucro e gli impianti ma anche la distribuzione planimetrica dei singoli appartamenti, in un’operazione in cui solo lo scheletro dell’edificio è rimasto intatto. Il piano terra, dove si trovano la portineria e una sala comune per le riunioni di condominio, svolge il ruolo di catalizzatore delle relazioni sociali insieme all’adiacente centro di quartiere e ad alcuni negozi.
Le logge, che scandivano la facciata dagli anni 60, sono state inglobate all’interno dell’edificio con conseguenti vantaggi sia dal punto di vista termico, grazie all’eliminazione dei ponti termici, sia dal punto di vista economico. Con il nuovo layout infatti, la superficie abitabile è passata da 7200 mq a 8200 mq; ogni piano ospita 9 appartamenti rispetto ai 6 della configurazione iniziale per un totale di 139 alloggi. Tale scelta progettuale ha però generato anche diverse problematiche, in particolar modo di illuminazione: ogni unità abitativa infatti, affaccia solo su un fronte ed è profonda 9 m; inoltre i balconi, inseriti con la ristrutturazione, creano ulteriore ombreggiamento. Tramite un software apposito numerose simulazioni per ogni tipologia di camera (la tipologia varia in base a dimensioni e asse di orientamento) hanno permesso il dimensionamento delle superfici trasparenti di ciascun ambiente nella condizione più sfavorevole. Per soddisfare i valori minimi del fattore medio di luce diurna è stato necessario inserire ampie vetrate mentre l’aggiunta di schermature solari è risultata indispensabile al fine di garantire un adeguato comfort nel periodo estivo.
Risultati estremamente performanti dal punto di vista dell’isolamento termico sono stati ottenuti grazie agli interventi sull’involucro. Un sistema composito di 20 cm in facciata ha consentito il raggiungimento di valori di trasmittanza (U) compresi tra 0,17 e 0,20 W/mqK mentre nei punti in cui la mancanza di spazio non rendeva possibile l’inserimento di materiali isolanti di adeguato spessore è stato utilizzato l’aerogel, una schiuma poco ingombrante e con conducibilità termica molto bassa. Lana minerale è stata applicata sia all’intradosso dei locali non riscaldati delle cantine (U= 0,25/0,30 W/mqK) che in copertura (U=0,21 W/mqK ) mentre per le superfici trasparenti, sono stati utilizzati infissi con triplo vetro, intercapedine con argon e telaio con distanziatori in acciaio e guarnizioni isolanti (Uw = 0,6 W/mqK).
Interessanti soluzioni sono state adottate per eliminare o ridurre al minimo i ponti termici. In particolar modo per l’inserimento dei nuovi balconi è stato utilizzato un giunto isolante e autoportante che separa termicamente gli elementi costruttivi a sbalzo impedendo fenomeni di condensa e muffa.
Un impianto fotovoltaico di 26 KW di picco posto sulla copertura piana dell’edificio copre il 10% dei consumi di energia elettrica mentre l’ipotesi di utilizzare moduli fotovoltaici in facciata, valutata in fase progettuale, è stata scartata dato lo scarso rendimento causato dall’ombra degli aggetti e perché economicamente troppo onerosa.
L’inserimento dell’impianto di ventilazione ha richiesto notevoli sforzi, soprattutto dal punto di vista tecnico. Necessario per l’areazione dei bagni ciechi e per il comfort termo-igrometrico degli ambienti, è stato realizzato con una soluzione in genere adottata per gli edifici destinati ad uffici, ovvero un sistema di ventilazione meccanica con recupero di calore. Con esso l’aria viziata è estratta dai locali di servizio (bagni e cucine) mentre l’aria pulita, prelevata dall’esterno e precedentemente filtrata, è immessa nei così detti “locali nobili” ovvero zona giorno e camere da letto. Nel periodo invernale uno scambiatore di calore ad alta efficienza a flusso incrociato recupera l’energia termica dell’aria estratta dall’appartamento e assicura il preriscaldamento dell’aria di rinnovo. Sebbene per le condotte di aspirazione ed immissione dell’aria siano stati utilizzati cavedi preesistenti, i costi totali dell’intervento sono stati piuttosto alti tanto che per la riqualificazione degli altri edifici era in fase di studio un sistema di ventilazione diverso, da installare direttamente in facciata.
L’ottimizzazione dell’impianto di teleriscaldamento, grazie all’inserimento di un sistema di accumulo che consente un’alimentazione più uniforme e minor costi di gestione, sommato agli altri interventi effettuati hanno portato ad un abbattimento dei consumi di riscaldamento dell’80%, passando da 86 KWh/mq a 15 KWh/mq.
I costi di ristrutturazione sono stati 13,4 milioni di euro ovvero 1680 euro a metro quadrato; la durata dei lavori è stata di circa 18 mesi, periodo in cui alloggi sostitutivi sono stati messi a disposizione degli inquilini dalla società di costruzioni.
Non solo se si è disabili ma anche con l’avanzare dell’età aumentano notevolmente le difficoltà nel compiere azioni che fino a qualche tempo prima erano quotidiane e immediate, come ad esempio recarsi in bagno ed entrare facilmente nella vasca.
Remail ha sempre cercato di andare incontro alle esigenze delle persone con problemi motori, realizzando prodotti in grado di soddisfare non solo criteri di qualità ma soprattutto pensando al confort ed alla praticità per coloro che non sono più totalmente autonomi nella vita.
Dopo anni di esperienza nel campo della sovrapposizione vasca da bagno ha quindi pensato di proporre un nuovo… Leggi l’articolo
Inka Wood di Billiani per il ristorante ‘Food & Forest’
06/07/2015 – Significativo esempio di come i modelli della famiglia Inka Wood di Billiani possono mixarsi e alternarsi all’interno di uno spazio ricreativo, il ristorante “Food & Forest” dell’hotel Verholy relax park presenta ambienti dal grande valore estetico, visivamente uniformi ma eterogenei al tempo stesso.
Nel suggestivo contesto di una pineta nella provincia ucraina di Poltava, sorge il park relax hotel Verholy, una raffinata oasi di benessere dove rilassarsi, staccarsi per un attimo dalla frenesia della città e godere della meravigliosa natura tutt’intorno. Ed è proprio l’esaltazione della natura circostante che ha guidato… Leggi l’articolo
Ampi spazi luminosi, elevata efficienza energetica
06/07/2015 – Da oltre venticinque anni lo studio professionale dell’arch. Antonietta Zoia si occupa prevalentemente di edilizia residenziale e architettura d’interni. Fra i progetti più recenti si distingue una residenza unifamiliare dall’immagine sobria e misurata quanto ricca di personalità. Com’è nato questo progetto?
“L’intervento ha interessato la ristrutturazione e l’ampliamento di un fabbricato esistente e scaturisce da una concreta necessità della famiglia che oggi lo abita. E’ stato scelto un anonimo edificio risalente agli anni ’60 che offriva la possibilità di ampliare le superfici edificate.
Abbiamo… Leggi l’articolo
80 anni di storia raccontati attraverso 45 icone di design06/07/2015 – Si conclude con grande successo la mostra 80!Molteni alla Galleria d’Arte Moderna di Milano. Quasi 80 i giorni di apertura, dal 14 aprile al 30 giugno 2015, nelle magnifi…
Graff presenta la collezione di rubinetteria Luna06/07/2015 – Progettare un prodotto significa spingersi sempre oltre la formula dell’equilibrio perfetto, verso un unicum d’armonia e funzionalità che, partendo dalle linee pure d…
Inka Wood di Billiani per il ristorante ‘Food & Forest’
06/07/2015 – Significativo esempio di come i modelli della famiglia Inka Wood di Billiani possono mixarsi e alternarsi all’interno di uno spazio ricreativo, il ristorante “Food & Forest” dell’hotel Verholy relax park presenta ambienti dal grande valore estetico, visivamente uniformi ma eterogenei al tempo stesso.
Nel suggestivo contesto di una pineta nella provincia ucraina di Poltava, sorge il park relax hotel Verholy, una raffinata oasi di benessere dove rilassarsi, staccarsi per un attimo dalla frenesia della città e godere della meravigliosa natura tutt’intorno. Ed è proprio l’esaltazione della natura circostante che ha guidato… Leggi l’articolo
Palazzo Madama ospita una mostra sul tema della convivialità e dei riti sociali
06/07/2015 – Fino al 18 ottobre, nella Sala Senato di Palazzo Madama a Torino, dieci tavoli Air laccati bianchi, disposti radialmente intorno a un fulcro centrale come le lancette di un grande orologio che scandisce il tempo della storia, saranno fra i protagonisti della mostra “Time Table” e ospiteranno gli oggetti ideati e creati – dal medioevo ad oggi – da artisti e artigiani per accompagnare i riti della convivialità a tavola.
Dalla tavola di Re Artù a quella del Novecento, la mostra Time Table evoca, a partire dal titolo e in connessione con il tema proposto da Expo 2015, il tempo e lo spazio della condivisione che nelle società occidentali… Leggi l’articolo
Un sostenibile parco agroalimentare dedicato all’alimentazione del futuro
06/07/2015 – Duravit arreda gli esclusivi bagni del Padiglione Germania con i suoi prodotti sostenibili disegnati da Matteo Thun.
Il titolo di Expo Milano 2015 è “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” e ha lo scopo di fornire risposte alle sfide future sul tema dell’alimentazione mondiale. Concepito come un sostenibile parco agroalimentare, lo spazio espositivo rinuncia in maniera decisa ad imponenti costruzioni monumentali. Con il titolo “Campi di Idee”, il Padiglione Germania si presenta dunque aperto, caloroso ed eccentrico, nonché fedele al proprio motto “Be Active!”. Il visitatore potrà dare uno sguardo alle… Leggi l’articolo
Riqualificare l’esistente in una cornice urbana che sembra non promettere più nulla è possibile. La testimonianza della Flower House Detroit dà speranza a chi vive ogni giorno a contatto con il degrado di edifici e spazi pubblici. Flower House Detroit è un intervento che ha visto rinascere da un vecchio edificio dismesso un originale negozio per la rivendita e l’esposizioni di fiori.
{loadposition google1}
L’idea della riqualificazione e riconversione dell’immobile è un’idea della vincitrice all’asta dell’immobile, Lisa Waud. L’edificio – originariamente costituito da 15 vani in condizioni fatiscenti . L’immobile è costato a Lisa solo 500 dollari ma dalle immagini, a chiunque, appariva come un rudere da abbattere, ormai in condizioni disperate.
Eppure sarebbe diventato la casa dei fiori. “An abandoned Detroit house, overflowing with blooms for one weekend, will become a flower farm”. Questo il motto che racchiude la storia e il presente di questa “farm” a scala urbana.
{vimeo}125418712{/vimeo}
“Quando vivi a Detroit (uno dei centri urbani più colpiti dalla crisi economica in America) è difficile non notare l’abbondanza di case abbandonate, così un giorno ho deciso che ne avrei salvata una -spiega Lisa-. La speranza è che questa riqualificazione possa essere di ispirazione per altre persone che sappiano comprendere il valore artistico e anche economico di queste strutture”.
L’esemplare autorecupero della Flower House, totalmente a cura della proprietaria, ha radicalmente trasformato il luogo che oggi vanta la presenza al suo interno di oltre centomila fiori in vendita che donano vita e colore non solo allo spazio in sé ma anche al quartiere stesso in cui sorge.
La Commissione Europea ha recentemente lanciato un sondaggio per raccogliere le opinioni di tutti i portatori d’interesse riguardo alle principali strategie che intende adottare, entro fine anno, nel prossimo programma a sostegno dell’economia circolare. I risultati, che contempleranno anche il contributo della conferenza “Closing the loop circular economy boosting business reducing waste“, saranno pubblicati il prossimo agosto.
{loadposition googlebarbaro}
Tutti coloro i quali ritengono di poter contribuire ad influire positivamente sulla transizione dal modello di economia lineare (consumismo dell’usa e getta) a quello circolare (consumo responsabile dell’usa, ripara, riusa e ricicla) sono invitati a rispondere, in forma anonima o pubblica, al questionario pubblicato nel sito della Commissione Europea nella sezione EUSurvey. Crediamo che sia utile dedicarci qualche minuto per diversi buoni motivi: in primo luogo, per conoscere le future politiche su cui intende legiferare la CE, finalmente sanando il vuoto creato dal nuovo presidente della Commissione Junker con la temporanea sospensione della politica di contrasto al cambiamento climatico, e, in secondo luogo, per orientare le nostre competenze sullo sviluppo sostenibile, in particolare in qualità di tecnici europrogettisti, includendo le discipline della pianificazione e gestione del territorio.
Il questionario è stato messo a punto da un team internazionale diretto dal vicepresidente della CE, Frans Timmermans, dal vicepresidente per il Lavoro, Sviluppo, Investimento e Competitività, Jyrki Katainen, dal commissario dell’Ambiente, Affari Marittimi e Pesca, Karmenu Vella e dalla commissaria del Mercato Interno, Industria, Impresa, Elzbieta Bienkowska.
In pratica siamo chiamati, secondo diverse modalità, a esprimere la nostra visione: assegnando un peso, in una scala di 5 livelli (da molto importante a insignificante) a ciascun criterio elencato, come vedremo in seguito; in altri casi potremo rispondere semplicemente selezionando solo tre risposte preconfezionate, o se vogliamo redigendo i nostri suggerimenti fino a un massimo di 500 battute. Vediamo dunque dettagliatamente le domande più significative delle cinque sezioni in cui si divide il sondaggio.
La CE sostiene che la progettazione di un materiale, o di un prodotto, è la prima fase da ripensare nell’attuale modello di sviluppo economico, in quanto da essa dipende la possibilità di facilitare le successive fasi: il riuso, la riparazione e il riciclaggio di materiali in altri mercati e con diverse destinazioni d’uso. In altri termini, si tratta di studiare come allungare la vita di un bene e dunque di ridurne gli impatti ambientali. In questo contesto, l’eco-design considera fondamentale il risparmio di energie e di risorse naturali -come i materiali e l’acqua potabile- durante il ciclo di vita del prodotto, perciò viene citato anche lo strumento di analisi del ciclo di vita (LCA). In questa sezione ci viene chiesto di indicare quali azioni, proposte dalla CE, influirebbero maggiormente nel conseguimento dell’ambizioso obiettivo generale che essa stessa si è prefissata. Ci vengono poste sei domande nelle quali vengono anche considerate problematiche legate alle fasi dell’approvvigionamento dei materiali (come le materie secondarie) e della progettazione del prodotto.
La prima domanda a cui siamo chiamati a rispondere è: «How would you assess the importance of the following measures to promote circular economy principles in product design at EU level?». Ci viene chiesto di decidere quali misure, tra quelle elencate, influirebbero maggiormente sulla promozione dell’economia circolare. Ad esempio, stabilire delle regole vincolanti in materia di progettazione di un prodotto (ad esempio, i requisiti minimi in materia di durabilità, ai sensi della direttiva sulla progettazione ecocompatibile 2009/125/ CE). Inoltre, ci propone anche la revisione delle norme che regolano le garanzie legali e commerciali. Segnaliamo che, al margine di questa sezione, ci viene fornito un glossario per comprendere la differenza tra: Legal guarantees e Commercial guarantees. La prima riguarda la garanzia minima dei beni materiali (di due anni di durata, ai sensi della direttiva 99/44/ CE) in virtù della quale il venditore è responsabile nei confronti del consumatore per qualsiasi difetto, di difformità al contratto di vendita, a partire dalla data della consegna del bene o della sua messa in funzione. La seconda garanzia, su base volontaria, è fornita dai commercianti ai consumatori e rappresenta l’impegno del venditore a rimborsare il prezzo pagato, a sostituire, a riparare o a risolvere in qualche modo il problema, qualora il prodotto non si trovi nelle condizioni dichiarate nella garanzia o nella relativa pubblicità.
La seconda domanda è: «In order to facilitate the transition to a more circular economy, how would you assess the importance of the following product features?»
Con lo scopo di favorire la transizione a un’economia circolare, ci viene chiesto quali caratteristiche dovrebbero avere i prodotti per poter favorire l’economia circolare. Ad esempio, ci vengono proposti il servizio post vendita per l’allungamento della vita del prodotto (in uso fino all’introduzione dell’insostenibile concetto di obsolescenza programmata) e in fine, ma non meno importante, ci viene proposta la riduzione degli impatti ambientali durante il ciclo di vita, criterio tanto complesso quanto fondamentale.
La terza domanda è: «How would you assess the importance of the following additional considerations when applying circular economy principles to products at EU level?». Ci viene chiesto di indicare quali considerazioni potrebbero favorire, sempre a livello dell’UE, l’implementazione dell’economia circolare nei prodotti. Ad esempio, ci vengono proposti criteri di convenienza economica, di funzionalità del prodotto e di ragionare sugli impatti dell’import-export.
La quarta domanda, consente di scegliere solo tre risposte dell’elenco, ed è: «From a circular economy perspective, in your view which product categories should be given priority in the next few years and why?» Nella prospettiva di un’economia circolare, ci viene chiesto di indicare qual’è la categoria di prodotto che dovrebbe essere prioritaria nei prossimi anni e di spiegare il perché.
Ci viene proposto un elenco di quindici categorie di prodotti tra cui: elettrodomestici e attrezzature per l’ufficio, mobili, imballaggi, impianti di climatizzazione e prodotti per il settore delle costruzioni.
La quinta domanda ci chiede di essere specifici in alcuni punti e di indicare quali azioni, tra quelle elencate, dovrebbero essere prioritarie a livello UE per promuovere soluzioni di economia circolare nei processi produttivi. «Which of the actions listed below should be given priority at EU level to promote circular economy solutions in production processes?» Nell’elenco ci viene proposto di considerare di favorire la cooperazione tra le diverse catene di valore del prodotto, di indicare le barriere, o lacune normative, a livello comunitario, lo scambio di buone prassi, la definizione di standard minimi per le BAT (Best Available Technologies), di assicurare l’attendibilità dei dati riguardanti i flussi di materiali (lungo l’intera catena del valore), o ancora di facilitare l’accesso ai finanziamenti per i progetti ad alto rischio.
La sesta domanda è: «How effective do you think each of the actions at EU level listed below would be in promoting sustainable production and sourcing of raw materials?» Ci chiede di pesare ognuna delle azioni elencate ai fini di promuovere, a livello UE, si la produzione che l’approvvigionamento sostenibili delle materie prime. Ad esempio, ci viene proposto di considerare di rendere vincolanti i criteri di sostenibilità, o lo sviluppo e la promozione di sistemi volontari per le imprese.
La CE considera il punto di vista dei consumatori una parte essenziale dell’economia circolare.
Da un lato, essi devono saper scegliere i prodotti che acquistano e usano e, dall’altro lato, nelle loro scelte possono venire facilmente influenzati da una serie di fattori, tra cui il comportamento di altre persone, dal modo in cui essi ricevono informazioni, o consigli, dalla disponibilità di servizi di post vendita (per la riparazione e manutenzione) nonché dalla loro percezione del rapporto costi/benefici di un prodotto o servizio.
La prima domanda di questa fase è: «How would you assess the importance of the following measures to promote circular economy principles in the consumption phase at EU level?»
Ci viene chiesto di pesare l’importanza, a livello dell’UE, delle diverse misure proposte finalizzate alla promozione dei principi dell’economia circolare nella fase dell’utilizzo di un prodotto.
Ad esempio, ci viene proposto di considerare la comunicazione delle informazioni sui prodotti attraverso le etichette, la pubblicità, il marketing, la protezione da informazioni false, quindi fuorvianti, o ancora l’introduzione di politiche fiscali verdi finalizzate alla minimizzazione della produzione di rifiuti, o all’incremento di consumi e di appalti pubblici sostenibili e al sostegno dell’eco-design.
La seconda domanda consente solo tre risposte, scegliendo i prodotti, tra quelli elencati, obiettivo prioritario della promozione di un consumo più sostenibile e di indicare il perché: Which products should be a priority for EU action to promote more sustainable consumption patterns and why? In questo elenco vi sono almeno tre prodotti che riguardano la nostra professione: imballaggi, materiali da costruzione ed elettronica.
La terza, ed ultima, domanda ci chiede di indicare dei suggerimenti riguardo alla fase dell’utilizzo di un prodotto: «Do you have any other comments about the consumption phase?»
La CE ritiene che possa svilupparsi il mercato delle materie prime secondarie, non più dunque intese come rifiuti con oneri e responsabilità di smaltimento, bensì risorse che possono essere commercializzate e quindi utilizzate per essere riciclati nel settore manifatturiero. Tuttavia allo stato attuale, esse rappresentano ancora una piccola componente dei materiali utilizzati nel mercato dell’UE. Uno studio dimostra che la qualità e la fornitura di materie prime secondarie dipende ancora, purtroppo in gran parte, dalle pratiche di gestione dei rifiuti (spessissimo obsolete) e dal grado di separazione dei materiali alla fonte del flusso (di scarsa qualità). Inoltre, vi sono altri ostacoli allo sviluppo dei mercati delle materie secondarie che possono essere identificati e abbattuti. Alcuni di questi possono essere di carattere orizzontale, mentre altri interessano in modo rilevante solo determinati tipi di materiali.
La prima domanda della sezione ci chiede di indicare quali sono i principali ostacoli nel mercato UE all’uso delle materie secondarie per ognuno dei seguenti nove criteri: 1-significativo per tutti i materiali, 2-bio-nutrienti, 3-aggregati per la costruzione, 4-materie prime essenziali, 5-vetro, 6-metalli, 7-carta, 8-plastica, 9-legno/ biomassa. «In your view, what are the main obstacles to the development of markets for secondary raw materials in the EU?» Ad esempio, ci vengono suggeriti: la scarsa disponibilità, qualità nonché affidabilità dei materiali riciclati, o ancora la scarsa domanda degli stessi, dovuta a pregiudizi, all’assenza d’informazione o di legislazione adeguata.
La seconda domanda consente di dare 14 suggerimenti specifici, fino a 500 battute, ciascuno riguardo alle azioni più rilevanti che l’UE dovrebbe intraprendere per abbattere gli ostacoli, precedentemente identificati come significativi. Ad esempio, ci vengono proposti criteri di convenienza economica, come l’elevato differenziale di costo tra le materie prime e quelle secondarie, oppure la mancanza -in tutta l’UE- di norme di qualità per i materiali riciclati.
La terza domanda consente solo tre risposte: «Which secondary raw materials markets should the EU target first to improve the way they work?» Ci viene chiesto di segnalare i mercati delle materie secondarie dove l’UE dovrebbe agire prioritariamente. Il 90% dei materiali elencati vengono utilizzati anche nel settore delle costruzioni. Sono esclusi i bio-nutrienti (azoto, fosforo e sostanze organiche derivate da fanghi di depurazione e i rifiuti di fattorie biologiche) poiché riguardano il settore agrario essendo utilizzabili come fertilizzanti. Al margine di questa sezione viene spiegato il concetto delle materie prime rare (Critical raw materials) ovvero quelle materie d’importanza economica strategica per l’UE, poiché presentano un elevato rischio d’interruzione dell’approvvigionamento (tra i 54 elencati dalla UE i seguenti 20 sono i più critici: Antimonio, Berillio, Cromo, Cobalto, Borati, coke di carbone, Magnesite, Fluorite, Indio, Gallio Germanio, Grafite naturale di magnesio, Niobio, metalli del gruppo del Platino (PGMs), Fosfato, terre rare pesanti e leggere (REEs heavy and light), Silicio metallico, Tungsteno.
La quarta domanda consente di suggerire in 500 battute le azioni fondamentali per lo sviluppo del mercato delle materie secondarie: «Do you have any other comments about the development of markets for secondary raw materials?»
Alcuni settori possono richiedere un approccio su misura, per “chiudere l’anello” dell’economia circolare, e alcuni potrebbero diventare addirittura priorità strategiche per accelerare la transizione verso il modello di sviluppo sostenibile. In questa sezione possiamo contribuire evidenziando i settori d’intervento prioritario a livello comunitario, le misure o le azioni pertinenti. La domanda ammette solo tre risposte: «In your view, which sectors should be a priority for specific EU action on the circular economy and why?» Nell’elenco vi sono almeno tre settori che ci interessano come progettisti: costruzione/demolizione di edifici, mobili, prodotti elettronici ed elettrici.
L’ultima domanda di questa sezione è: «For the sectors that you have selected, what measur(s) would be needed at EU level?» Ci viene richiesto di indicare quali misure dovrebbero essere intraprese a livello europeo per ciascuno dei settori elencati.
Alcuni fattori, in quanto facilitatori, sono essenziali per sostenere l’economia circolare, come lo sviluppo, la diffusione e l’adozione di soluzioni innovative, ad esempio l’investire in tecnologia e nelle infrastrutture, nonché sostenere le PMI, lo sviluppo di competenze e qualifiche adeguate.
La prima domanda della sezione è: «How important are the following enabling factors in promoting the circular economy at EU level?». Sempre a livello dell’UE ci viene chiesto di pesare ciascuno dei fattori facilitatori elencati per promuovere l’economia circolare. Ad esempio, ci viene proposto il finanziamento europeo di progetti o l’adozione di tecnologie innovative rilevanti (tipo Horizon 2020) o altri incentivi pubblici, nonché misure specifiche per incoraggiare la diffusione dell’economia circolare tra le PMI e le P.A. come lo scambio di buone pratiche e la promozione dello sviluppo di competenze e qualifiche professionali rilevanti.
Lo sviluppo economico futuro dell’UE dunque -secondo Timmermans- non potrà prescindere dal seguire i principi di eco sostenibilità menzionati. Il prossimo passo del gruppo internazionale di lavoro -secondo Katainen- sarà presentare un piano attuativo integrale per l’incentivazione, sia dei consumatori che dei produttori, affinché adottino comportamenti virtuosi in termini di utilizzo delle risorse. In definitiva, la CE considera che intraprendere un’economia circolare, interessando l’intera catena del prodotto, può portare vantaggi in termini di competitività e d’innovazione, e conseguentemente indurre all’avvio di nuovi modelli imprenditoriali. Pertanto, la questione ambientale, economica e sociale saranno relazionate tra loro in modo sempre più evidente.
Ora è il tuo turno, compila il questionario sul sito della Commissione Europea.