Legge di stabilità 2016: agevolazioni fiscali per edifici esistenti performanti

Dal 2007 ad oggi numerosi sono stati i provvedimenti legislativi che si sono succeduti per favorire misure economiche finalizzate al miglioramento delle prestazioni del sistema edificio-impianto mediante interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica. Vediamo quali sono le novità introdotte dalla Legge di Stabilità 2016, quali sono i tipi d’interventi ammessi, le aliquote di detrazione e i limiti di spesa.

Leggi tutto…

Read more

La prima ruota panoramica solare: divertimento e risparmio energetico

La Pacific Park Solar Ferris Wheel, una meraviglia ad energia solare di seconda generazione, illumina la notte sull’inconfondibile molo di Santa Monica dove poco prima un sole enorme si tuffava nel Pacifico e non potevate fare a meno di chiedervi se fosse possibile stare meglio di così. Un’icona leggendaria ed un elemento indispensabile per lo skyline della costa di Santa Monica, è questa la prima ruota panoramica ad energia solare del mondo arrivata ​​su questo molo più di un decennio fa e giunta alla sua seconda incarnazione ad alta efficienza energetica.

Leggi tutto…

Read more

Il grattacielo Unipol di Cucinella a Milano: 23 piani di sostenibilità

Sarà il fratello minore dei vicini UniCredit e Solaria ma quasi certamente il grattacielo più sostenibile e spettacolare nello skyline di Porta Nuova a Milano. Nell’area dov’era prevista la realizzazione della torre dell’Hotel Grilli, poi cancellata, il grattacielo Unipol sarà il nuovo centro direzionale milanese alto 125 metri e porterà la firma dello studio Mario Cucinella Architects.

Leggi tutto…

Read more

COventidue: progetto di cohousing nel cuore di Milano

COventidue è il nuovo progetto di abitazioni in cohousing che a breve partirà in pieno centro a Milano. Tra settembre ed ottobre 2016 verrà stipulato il rogito per la cessione dell’immobile sito in Corso XXII Marzo 22 –  piazza Santa Maria del Suffragio- dal Fondo immobiliare “Comune di Milano I” gestito da BNP-Paribas REIM sgr, alla società COventidue, che per la realizzazione si è affidata a NewCohcohousing.it, portale che promuove in Italia un nuovo modello abitativo partendo da adesioni ed esigenze dei futuri abitanti. I lavori di ristrutturazione saranno avviati a fine estate in questo palazzo in stile Liberty in pieno centro a Milano.

Leggi tutto…

Read more

Muoversi in città. Esperienze e idee per la mobilità nuova in Italia

Muoversi in città. Esperienze e idee per la mobilità nuova in Italia” lascia ben sperare ad una progressiva evoluzione del sistema della mobilità che pian piano in Italia sta facendo – se pur a macchia di leopardo – i suoi lenti progressi, seguendo un iter che si lega non solo a fenomeni di tipo sociale e di evoluzione tecnologica ma anche ad una ormai consolidata convinzione generale che la rinascenza dell’urbanistica passi per il sistema dei trasporti.

Leggi tutto…

Read more

Il lino in architettura: caratteristiche tecniche di un isolante naturale

In risposta alla crescente attenzione dei consumatori nei confronti di prodotti ad alte prestazioni e a basso impatto ambientale e grazie al forte impulso di un mercato “emergente”, i materiali naturali di origine vegetale sono sempre più richiesti in architettura, sia nelle ristrutturazioni che in caso di nuove costruzioni. In particolare il lino (in latino “linum usitatissimum”), la più antica fibra tessile conosciuta dall’uomo, è un materiale in grado di rendere la nostra casa non solo meno energivora, ma soprattutto un luogo sano e confortevole grazie alle sue proprietà che ne fanno un ottimo isolante naturale.

Leggi tutto…

Read more

Decorare le pareti con le matite colorate

Se le pareti bianche vi annoiano e volete decorarle con un tocco di allegria, basta che vi lasciate ispirare dalla fantasia e da qualche spunto web: giganteschi origami di carta, legni, tessuti e pannelli sagomati possono trasformare radicalmente gli interni con la possibilità di rimuoverli facilmente. È possibile abbellire angoli o piccole zone, separando così vari ambienti, ma anche creare enormi e superbe installazioni che occupano intere pareti e soffitti. Suggeriamo due progetti molto originali in cui sono utilizzate semplici matite colorate: nel primo caso sono disposte secondo un sofisticato pattern, nel secondo sono semplicemente ordinate per tonalità.

Leggi tutto…

Read more

Abbattimento barriere architettoniche: contributi e detrazioni fiscali

Una corretta progettazione mira anche a ridurre gli ostacoli alla fruibilità degli edifici e degli spazi pubblici da parte di utenti con diverse disabilità, come ad esempio di deambulazione. L’articolo fornisce delle linee guida e un approfondimento sui contributi a fondo perduto, le detrazioni fiscali, chiarendo chi può e come richiedere le agevolazioni agli uffici pubblici competenti.

Leggi tutto…

Read more

Abbattimento barriere architettoniche: normative e criteri progettuali

La progettazione sostenibile mira a ridurre non solo gli impatti ambientali – in termini di consumo di risorse non rinnovabili e di emissioni inquinanti – ma anche a rendere fruibili gli edifici e gli spazi pubblici da parte di disabili. L’articolo approfondisce l’evoluzione normativa nazionale ed i criteri progettuali per l’eliminazione o il superamento delle barriere architettoniche.

Leggi tutto…

Read more

Sanaa: la tradizione dei mattoni in fango non si arrende alla guerra

La guerra è un mostro infernale capace di distruggere tutto: oggetti, persone e sentimenti rimangono schiacciati sotto il peso della violenza manovrata da spietati interessi economici. C’è qualcosa, però, che è capace di resistere anche a questo turbinio di cattiveria che, ormai, si sta abbattendo su ogni angolo del mondo. Stiamo parlando di una tradizione costruttiva che ha attraversato secoli di storia e proprio non vuole arrendersi alla follia dell’uomo contemporaneo. È quello che sta succedendo a Sanaa, nello Yemen, quotidianamente vessato dalla guerra civile, in cui le tradizionali case a torre costruite con i mattoni di fango sembrano proprio non voler abbandonare il paesaggio del Paese. 

Leggi tutto…

Read more

L’edificio di Alicante che si ispira ad una cicala

Un edificio ispirato alle forme di una cicala trova spazio nel Comune di Alicante, nella Comunità Valenciana, in Spagna, inserito in adiacenza del “Centro Cultural Las Cigarreras”, il più grande spazio culturale della città, composto da un edificio per mostre di arte contemporanea, una casa della musica, un edificio dedicato al patrimonio culturale della città e un giardino verticale.

Leggi tutto…

Read more

Il luna park tra i boschi è ad energia zero: lo azionano i visitatori

Nonostante ci troviamo nell’epoca in cui per divertirsi si usa il pc, la Playstation, la tv e altri dispositivi elettronici infernali che contribuiscono a far lievitare l’importo della bolletta, c’è qualcuno, a Treviso, che sembra apprezzare anche attrazioni alternative. A dimostrarlo è il parco divertimenti “Ai Pioppi” di Nervesa di Battaglia, nel trevigiano, che a poco tempo dall’apertura è già in grado di vantare un boom di visitatori attratti dall’idea di un Luna Park funzionante ad energia zero.

ENERGY CAROUSEL: LA GIOSTRA AD ENERGIA CINETICA 

{loadposition googleleo}

Divertimento a energia zero: il luna park nel bosco

Il parco divertimenti sorge in una foresta fitta e rigogliosa, caratteristica che ha suggerito il nome, “Ai Pioppi”. Le attrazioni che lo compongono non sono collegate all’energia elettrica, ma la loro “vita” è diretta conseguenza della forza motrice prodotta dai visitatori che si divertono con esse. 

Il Luna Park si compone di 50 giostre, da quelle più tradizionali come le catenelle, il pendolo, gli scivoli e le altalene, a quelle più originali e innovative. Una delle attrazioni si presenta, addirittura, come un omaggio all’uomo vitruviano, essendo caratterizzata da un anello con dei fermi in corrispondenza dei quadranti a cui vengono fissati mani e piedi dei visitatori per lasciarsi andare all’oscillazione e al divertimento. 

L’ideatore delle attrazioni a energia zero è Paolo Schiavetto, disegnatore tecnico locale, capace di trasformare un concetto in realtà assicurandosi, preventivamente, della sicurezza delle giostre che hanno permesso al parco divertimenti di essere inserito dalla rivista The Guardian tra le dieci attrazioni più bizzarre fatte a mano del mondo.

caption: foto di Osteria Ai Pioppi

caption: foto da idealista.it

La storia del Luna Park “Ai Pioppi” parte da Disneyland

Il Luna Park non presenta solo la particolarità di essere interamente eco-friendly e sostenibile dal punto di vista energetico, ma incuriosisce anche per via della sua storia. Il fondatore Bruno Ferrin, già proprietario di un’osteria in zona, ebbe l’idea dopo essersi reso conto che, quando ci si reca in un parco divertimenti come Disneyland o Gardaland e si sale sulle giostre, si viene imbracati e si vive l’attrazione in modo alquanto passivo. Di qui l’idea: creare un parco giochi in cui i visitatori non salgono sull’attrazione in azione per divertirsi, ma si divertono mettendo in azione l’attrazione.

La cellula da cui ha avuto origine l’intera struttura è stata una semplice altalena che Ferrin si era messo in testa di costruire accanto all’osteria di famiglia. Poi, visto il successo del piccolo gruppo di giostrine, il progetto si è esteso sempre di più, entrando nel cuore della foresta in cui svettano pioppi, ovviamente, castagni, olmi, faggi e betulle e diventando un posto costantemente frequentato da chi ha il desiderio di vivere un’esperienza diversa da tutte le altre.

Un ulteriore punto di forza del parco, oltre al divertimento “attivo” assicurato dal funzionamento delle giostre che le compongono, è costituito dai suoi costi contenuti, soprattutto per chi decide di pranzare all’osteria. Per questi ospiti, in particolare, l’ingresso è gratuito. 

caption: foto da idealista.it

Nel verde del bosco si sviluppano percorsi su ponti sospesi, composti semplicemente da assi di legno e funi, reti elastiche, liane, carrucole con funi, altalene, girotondi e scivoli. A queste attrazioni si accostano giostre di taglia maggiore, come pendoli e strutture azionate tradizionalmente con energia elettrica e che, in questo caso, non consumano neppure un centesimo. Tutte le giostre sono perfettamente in sicurezza e costantemente controllate dal personale.

A pochi mesi dall’apertura il parco di ad energia zero vanta già 50 mila visitatori all’anno e le previsioni delle presenze sono più che rosee, vista l’accoglienza calorosa che il luna park “Ai Pioppi” ha ricevuto da parte dei chi ne ha anche soltanto sentito parlare. 

Per l’Italia è motivo di orgoglio avere, nel proprio territorio, un parco giochi che, diversamente da quelli esistenti, si preoccupa di produrre energia pulita e priva di sfruttamenti di qualsiasi genere. Il tipo di sostenibilità promosso da questo progetto si può definire a 360 gradi, abbracciando l’aspetto ambientale, quello economico e, non meno importante, quello sociale. Le giostre, infatti, essendo azionate dall’attività di chi si sta divertendo con esse, spinge gli ospiti a interagire e a collaborare per un obiettivo comune, il movimento e il funzionamento della giostra eco-friendly e, più in generale, friendly.

caption: Ragazzo al parco di avventura © Noblige, via Dreamstime.com

Read more

Ristrutturazione casa: quanto costa?

La ristrutturazione della propria casa è una scelta importante. Sia che si decida di acquistare un nuovo immobile che si voglia adeguare la vecchia casa alle nuove esigenze o alla normativa, ristrutturare comporta una spesa aggiuntiva per il bilancio familiare.

Ma quanto costa ristrutturare casa

{loadposition googlechirico}

Perché si ristruttura

La ristrutturazione della casa non risponde solo a motivi estetici, all’esigenza di modificarne l’organizzazione interna per assecondare il mutare delle esigenze di chi la abita o alla volontà di rivoluzionarla per incontrare una tendenza in fatto di interior design. Accade spesso che gli interventi di ristrutturazione siano necessari per motivi tecnici: ad esempio per adeguarla alle norme antisismiche, per eliminare le barriere architettoniche, o per renderla più efficiente dal punto di vista energetico.

Se l’obiettivo principale è quello di ristrutturare casa per migliorarne l’efficienza energetica, ci si potrebbe avvalere degli incentivi per cui il costo reale della ristrutturazione (cioè il costo sostenuto al netto dei rimborsi IRPEF) potrebbe abbassarsi. 

Gli interventi di riqualificazione energetica volti a migliorare l’efficienza degli elementi dell’involucro degli edifici esistenti sono soggetti a detrazioni fiscali del 36%.

Approfondimento: Riqualificazione energetica: detrazioni fiscali ed incentivi

Qualunque sia il motivo per ricorrere a dei lavori di ristrutturazione, ci sarà una spesa da affrontare per avere una casa più luminosa, trendy, efficiente, confortevole.

Il budget per la ristrutturazione

Il problema del budget andrebbe affrontato a priori, fissando un tetto di spesa e scegliendo lavorazioni e materiali sulla base dell’ammontare massimo che si è disposti a spendere.

La posizione dell’immobile non è un aspetto da sottovalutare. La sua collocazione geografica incide non poco sui costi di ristrutturazione. È infatti calcolato che tra Nord, Centro e Sud d’Italia ristrutturare casa ha costi diversi e, a parità di lavorazioni, si può arrivare anche a 6.000 euro di differenza sul costo totale, passando da un costo di 633 euro/mq per una ristrutturazione da effettuare a Venezia contro i 566 euro/mq per un identico intervento da effettuarsi a Napoli.

È sempre importante avvalersi di un tecnico qualificato che ci consigli su cosa intervenire, come farlo e ci aiuti ad individuare la ditta più competente a cui affidare i lavori di ristrutturazione. La preventivazione sarà una prima linea guida per il mostro tecnico, per ripartire le spese e investire su materiali ed impianti di buona qualità e a portata di budget.

La scelta della ditta a cui affidare lavori costa tempo e denaro. Fissato il tetto di spesa massimo, il preventivo steso dall’azienda potrebbe essere una discriminante fondamentale nella scelta della ditta che eseguirà la ristrutturazione.

Se le idee sui lavori da effettuare sono abbastanza chiare, potrebbe essere utile ricorrere ad un comparatore di prezzi, facile da trovare digitando poche parole chiave nei motori di ricerca. I prezzi varieranno molto in base ai metri quadri da ristrutturare, alla tipologia di abitazione e al suo stato di conservazione, da cui dipenderà l’entità dei lavori.

Da considerare è ancora una volta il ricorso alla rete. Un servizio online, come quello offerto da Edilnet, può venirci in soccorso, richiedendo fino a 4 preventivi gratuiti e senza impegno dalle aziende presenti in zona. Per avere un preventivo occorrerà descrivere il servizio richiesto nei dettagli e saranno le ditte, in competizione, a proporre una stima dei costi di intervento. Giardino, infissi, impianti, ristrutturazioni e traslochi, ogni tipo di lavoro necessario potrà essere commissionato in pochi minuti scegliendo l’azienda più adatta consultando le valutazioni lasciate da altri utenti che hanno già usufruito del servizio.

Read more

University Island: il concorso per il campus sull’isola abbandonata di Poveglia

Poveglia, isola dell’arcipelago veneziano, che dal 1380 ha assistito ad un lento e costante abbandono, sarà l’oggetto di un concorso per la realizzazione di un nuovo campus universitario.

Affascinante e misteriosa, complici i mancati collegamenti con la terra ferma, l’isola è oggi abbandonata e preda di una fittissima vegetazione, che ne nasconde le coltivazioni e le architetture.

{loadposition google1}

Poveglia, dall’aspetto incantato e melanconico, ha recentemente suscitato un rinnovato interesse da parte di privati ed amministrazioni, che intendono pensare ad un nuovo utilizzo dell’isola.

YAC, Young Architecture Competition, sulla scia della riqualificazione dell’isola, ha proposto di trasformarla in centro della cultura Veneta, realizzandovi un nuovo Campus Universitario in cui concentrare attività di tipo didattico e formativo, extra curriculare, di svago e riposo per i numerosi studenti che scelgono l’ateneo veneziano per i propri studi universitari.

L’arduo compito di immaginare la trasformazione di un’isola abbandonata in polo culturale è affidato ai partecipanti della competizione University Island”, bandita da YAC in collaborazione con RIAM. Ai partecipanti è richiesto di ripensare la partecipazione universitaria come una nuova esperienza a 360 gradi, che vada oltre le mere attività didattiche, di legare fortemente il costruito con il paesaggio naturale dell’isola e le preesistenze architettoniche, di progettare un complesso quanto più possibile autosufficiente.

Gli spazi da prevedere necessariamente nel progetto con cui partecipare al concorso di University Island saranno aule e laboratori, uffici di ateneo, biblioteca e sala lettura, mensa ed area ristoro, residenze per studenti, spazi espositivi e polivalenti, dotazioni sportive, un auditorium. 

university-island-b

Iscrizioni, giuria e premi

Ci si può iscrivere per partecipare alla competizione University Island entro il giorno 8 Giugno 2016.

Gli elaborati devono essere consegnati entro e non oltre il 15 Giugno 2016.

In giuria, Peter Cook di Crab studio, Patrick Luth di Snohetta, Iannis Kandyliaris di BIG, Francesco dal Co di Casabella, Pierluigi Cervellati di Studio Cervellati e Associati, Alberto Ferlenga di IUAV, Andrea Boeri di Unibo, Alessandro Marata di CNAPPC e Francesca Graziani dell’Agenzia del Demanio, assegneranno i 3 premi, 4 menzioni gold e 10 menzioni d’onore.  Per i primi tre classificati è previsto un premio economico rispettivamente di 10 mila, 4 mila e 2 mila euro, mentre per le 4 menzioni gold è previsto un premio di mille euro ciascuna. Tutti i progetti premiati, comprese le 10 menzioni d’onore ed i 30 finalisti, riceveranno un anno di abbonamento alla rivista Casabella.

Per il bando ed ulteriori informazioni si rimanda al sito di YAC

Read more

Nasu Tepee: la casa-tenda immersa nei boschi giapponesi

Nasu Tepee è una residenza privata realizzata nel 2013 e progettata dallo studio giapponese Hiroshi Nakamura & NAP nella prefettura di Tochigi, sull’isola di Honshu in Giappone. Completamente immersa nei boschi, la casa sorge in uno dei luoghi giapponesi più conosciuti per la villeggiatura estiva.

Passando attraverso i campi, una strada forestale conduce ad un boschetto di alberi misti. La posizione privilegiata in stretto contatto con la natura è stata scelta dai proprietari, una giovane coppia che nel fine settimana ama dedicarsi all’agricoltura organica e produrre da sé verdure fresche, con la volontà di preservare il più possibile l’ambiente circostante.

VACANZE NELLA NATURA IN PICCOLE CASE MOBILI

{loadposition google1}

nasu-tepee-casa-giappone-b

La casa-tenda immersa nei boschi giapponesi

La casa Nasu Tepee è composta da un unico corpo di 186 metri quadrati, si articola in volumi composti da grandi falde che vanno da cielo a terra generando ambienti dal forte andamento verticale, scelta progettuale legata a due aspetti molto importanti, il primo relativo all’ubicazione: la forma allungata e piramidale segue l’andamento dei tronchi e dei rami, in modo da poter costruire la casa senza dover compromettere la natura circostante.

L’accentuata verticalità della casa-tenda, oltre a sottolineare l’aspetto peculiare del paesaggio giapponese in cui è immersa, serve per poter captare più luce naturale possibile. Diversi lucernari, studiati ad hoc per ogni stanza, creano dei vuoti in questi grandi tetti portando la luce naturale dei boschi all’interno della casa. Si generano dei tagli di luce che caratterizzano le diverse prospettive degli ambienti, essenziali e minimalisti, in cui la luce diventa uno degli elementi protagonisti. L’inclinazione diagonale è studiata in base ai movimenti delle persone all’interno dell’edificio, con altezza massima di 8 metri e minima di 2,60 metri. Il soffitto scende come una tenda da campeggio e consente la creazione di uno spazio di vita caldo che si confonde con gli alberi. La struttura della Nasu Tepee è in legno, le stanze sono collegate tra loro tramite varchi triangolari.

nasu-tepee-casa-giappone-c

nasu-tepee-casa-giappone-d

nasu-tepee-casa-giappone-e

L’altezza ed il posizionamento delle aperture della casa-tenda sono stati studiati per generare un effetto camino che permette il ricambio di aria e il raffrescamento estivo. Le falde diventano l’involucro stesso dell’edificio, in alcuni punti si trasformano in una doppia pelle che permette di riutilizzare il calore interno.

nasu-tepee-casa-giappone-f

Read more

Rispetto della normativa RAEE: Ecolamp al Light + Building di Francoforte

È stata inaugurata lunedì 13 Marzo 2016 Light + Building di Francoforte,la Fiera sull’illuminazione e la building automation (tecnologie di automazione applicate alla casa) più importante al mondo, con spazi espositivi per un totale di quasi 250 mila metri quadri e oltre 200 mila visitatori previsti in soli sei giorni.

I temi principali dell’edizione 2016 saranno “Smart technologies”, ovvero le tecnologie intelligenti per l’illuminazione e “l’armonia di design e funzione”, con un focus sui materiali e le tecnologie più innovative del settore dell’illuminazione e la loro influenza sul benessere e la percezione degli spazi. 

{loadposition google1}

Il Consorzio Ecolamp

Ecolamp, il Consorzio senza scopo di lucro per il Recupero e lo Smaltimento di Apparecchiature di Illuminazione, sarà presente alla fiera insieme ad EucoLight, l’associazione europea che dà voce ai Sistemi Collettivi RAEE specializzati nel gestire la raccolta e il riciclo delle lampadine e degli apparecchi di illuminazione.

I numeri di Ecolamp:

  • Oltre 150 i produttori del settore lighting hanno scelto di affidare ad Ecolamp la piena conformità alla normativa RAEE;
  • 55% la quota di mercato delle sorgenti luminose per le quali Ecolamp ha verificato la conformità alla normativa RAEE;
  • Oltre 2 mila  le tonnellate di lampadine raccolte e correttamente trattate nel 2015 da Ecolamp grazie alla rete logistica e ai servizi messi a disposizione di cittadini, professionisti e della distribuzione.

Sei in regola con la normativa RAEE?

Insieme, Ecolamp ed EucoLight, daranno risposta alla domanda “Are you WEEE compliant?” (“Sei in regola con la normativa RAEE?”).

I RAEE sono i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, inclusi gli apparecchi illuminanti dismessi, per il cui corretto smaltimento Ecolamp si impegna da oltre dieci anni.

La normativa sullo smaltimento dei rifiuti provenienti dal settore dell’illuminazione, non è identica in tutta Europa, la trasposizione della normativa Europea nei singoli Stati Membri consente margini di discrezionalità che comportano differenze da Paese a Paese così come da un sistema di conformità all’altro.

Ecolamp, membro di EucoLight e tra i suoi soci fondatori, fornirà chiarimenti sugli adempimenti necessari ad adempiere alla normativa RAEE per i produttori attivi sul mercato italiano, ma potrà fornire anche indicazioni rispetto agli altri Stati Membri. Nel medesimo stand saranno infatti presenti 5 sistemi collettivi cofondatori di EucoLight e operanti in altrettanti Paesi dell’Unione, che saranno a disposizione per rispondere all’importante quesito “Are you WEEE compliant?” (“Sei in regola con la normativa RAEE?”).

L’interazione con i rappresentanti di altri Stati è tra le chiavi per migliorare il sistema normativo riguardante la gestione dei rifiuti del comparto dell’illuminazione.

Per avere maggiori informazioni su come affidare a Ecolamp la conformità alla normativa RAEE e conoscere i servizi messi a disposizione dal Consorzio per i propri aderenti, si invita a vistare Ecolamp alla fiera Light + Building di Francoforte dal 13 al 18 marzo presso lo stand EucoLight Hall 4, Level 1, Stand E60.

Read more

La rinascita del complesso rurale di Casa Salina

Immersa nella campagna siciliana poco distante dalla città di Scicli in provincia di Ragusa sorge Casa Salina: un tempo complesso rurale edificato nel XIX secolo, oggi residenza estiva. La rinascita è avvenuta grazie ad un sapiente lavoro di squadra. Gli architetti Viviana Pitrolo e Francesco Puglisi hanno collaborato con la paesaggista Maria Giardina e con gli ingegneri Raffaele Campo e Giorgio Scrofani, rispettivamente impiantista e strutturista, al fine di mitigare le nuove esigenze abitative con le forme e i materiali della tradizione iblea.

UN FRANTOIO PUGLIESE TRASFORMATO IN CASA VACANZE DI LUSSO

{loadposition googlenicora}

casa-salina-scicli-b

Il volume originario del complesso rurale è rimasto inalterato ed è composto da alcuni corpi di fabbrica accostati dalle altezze ridotte. La muratura è in pietra locale e i tetti, in parte piani e in parte a doppio spiovente, sono in legno. Casa Salina si dispone in parte su di un unico livello e in parte su due. La zona giorno e due camere con rispettivi servizi sono collocati al piano terra, che si apre da un lato verso la campagna e dall’altro verso il baglio, mentre al primo piano sono collocate altre due stanze da letto con i rispettivi spazi adibiti a servizio.

casa-salina-scicli-c

Negli ambienti interni di Casa Salina le finiture originarie e i materiali locali si coniugano con arredi moderni. La muratura è stata lasciata a vista quasi in ogni ambiente: l’intonaco e i rivestimenti in gres porcellanato sono stati applicati solo nei locali di servizio. I pavimenti sono in basole di pietra calcarea e i nuovi serramenti sono in legno per non alterare la composizione delle facciate dell’abitazione rurale. 

Una serie di muri a secco di altezze differenti delimitano la proprietà e il baglio all’interno del quale è stata realizzata una piscina a sfioro. Il giardino, che si espande intorno al complesso, è stato piantumato prendendo in considerazione solo essenze originarie del luogo: ulivi e alberi di carrubo si alternano tra le aiuole e i percorsi disegnati nel prato con pietre calcaree.

casa-salina-scicli-d

casa-salina-scicli-e

casa-salina-scicli-f

Read more

Non auro sed ferro: mostra di Alessandro Carnevale a Savona

Su lastre di ferro, alluminio e acciaioAlessandro Carnevale incide scenari post-industriali, relitti romantici e archeologie incandescenti . Dal 19 marzo al 16 Aprile è proprio la sua città, Savona, ad ospitare la mostra “Non auro sed ferro”: 40 opere ricoperte di ruggine e acidi realizzate sugli stessi scarti delle fabbriche dismesse. La location è eccezionale, le Cellette del Priamar, fortezza del 1542 che sorge sul promontorio ligure e abbraccia mare e monti, città e porto. Sulle tele del giovane ligure emergono bagliori puntuali su sfondi scuri, accurati dettagli di travi e lunghe finestrature che ci riportano agli anni della produzione industriale. E quindi, alle lotte sociali, alla manodopera specializzata, all’architettura che sperimenta e che produce in cicli settorializzati.

BATTERSEA POWER STATION: DALLA COPERTINA dei PINK FLOYD AI PROGETTI DI GEHRY E FOSTER

{loadposition googlestellacci}

non-auro-sed-ferro-mostra-b

All’ombra di Priamar, ora cittadella d’arte, sorgevano le fonderie di Savona con 130 anni di storie di successo, bancarotte e manifestazioni in piazza. L’epilogo “scandaloso”, come anche in altre città italiane ed estere, si può riassumere nella dismissione, abbandono e parziale demolizione: le ruspe della speculazione edilizia hanno risparmiato qua solo una delle sei ciminiere, tre capannoni e l’ex-edificio della direzione.

Il tema coerente e ossessivo dell’intera produzione di Alessandro Carnevale è ritrarre i relitti dell’era industriale in maniera drammatica e penetrante, al contrario delle fredde fotografie dei coniugi Becher e di Basilico. Travi reticolari in successione, ciminiere e silos che si stagliano imperturbabili come simulacri arrugginiti in paesaggi fumosi e acidi, dove si scorgono confortanti luccichii e simmetrie perfette. Sono gli stessi scenari in cui l’autore è nato e cresciuto, che hanno segnato tre generazioni, acceso classi operaie e visto lo sviluppo locale, riassetti delle fonderie e degrado dell’area.

non-auro-sed-ferro-mostra-c

“Non auro sed ferro recuperanda est Patria” , ovvero “Non con l’oro ma con il ferro delle armi si salva la Patria”.

Il titolo della mostra è l’incipit dalla celebre affermazione di Marco Furio Camillo, in risposta al riscatto chiesto dai Galli per lasciare Roma. Se non per i materiali che usa l’autore, la collezione in realtà non ha niente a che fare con la citazione, lotte tra popoli e riscatti mancati. Più che prendere in prestito l’espressione, Alessandro Carnevale vuole proporne una personale reinterpretazione. La libertà del popolo è intesa, si legge nel comunicato stampa, come …. una patria che si difende col ferro del lavoro e del conflitto, anche ideale. E oggi più che mai è minacciata dall’oro del profitto, dell’instabilità liquida, della globalizzazione sregolata. Che non a caso vede nell’archeologia industriale non un patrimonio simbolico ma solo grandi cubature, grandi affari’’.

non-auro-sed-ferro-mostra-d

Da tempo è stato riconosciuto il valore archeologico e sociale dei siti industriali dismessi. In Italia però, al di là di alcuni esempi virtuosi a Torino e Firenze Novoli, il mancato accordo tra soggetti privati e pubblici, i costi proibitivi delle bonifiche e il collasso del sistema finanziario hanno bloccato moltissimi progetti di riconversione. Le ciminiere, i silos e i tralicci di Savona, Bagnoli e Taranto, tanto per citarne alcune, testimoniano la storia delle fabbriche e degli smisurati distretti industriali passati attraverso periodi floridi, lotte di partito e delocalizzazioni. Oggi su un territorio deturpato e fortemente edificato, sono simboli ingombranti di disastri ambientali, truffe e spreco delle risorse pubbliche.

non-auro-sed-ferro-mostra-e

L’inesorabile e “scandalosa” parabola del ferro e dei suoi centri produttivi (Scandalo metallico” è il titolo della sua precedente mostra curata da Del frate) se non può essere salvaguardata dovrà, perlomeno, secondo Carnevale, essere testimoniata con gli stessi materiali e processi lavorativi del nobile materiale, tristemente soppiantato da plastiche e resine.

non-auro-sed-ferro-mostra-f

Marine che specchiano gru e piattaforme e notturni costellati dalle luci fredde delle centrali. Le tele, scatti di audaci prospettive e visioni rarefatte, mostrano reverenza verso le fabbriche dismesse, le ex cattedrali del lavoro operaio che, al pari delle fortezze e delle chiesi romaniche, sono entrate a far parte della memoria collettiva e del paesaggio autoctono.

Sul ferro nero, alluminio anodizzato e acciaio grezzo, i dipinti vengono fuori da combustioni e smalti industriali, dall’irrorazione di acidi e soluzioni chimiche. La tecnica non è solo mezzo rappresentativo, ma assieme al Tempo, ne è protagonista, cangiante e grezza, rottamata e depauperata come i soggetti disegnati. La collezione ripropone laconica immagini lunari e atemporali, in cui l’assenza dell’uomo e di qualsiasi attività lasciano pensare all’immobilità, all’attesa di ruspe e progetti avveniristici.

Lungo le banchine dei pontili, all’interno di giganteschi depositi e ciminiere altissime, alcuni possono ricordare aneddoti della propria vita, delle guerre, del tempo in cui si sfruttavano collegamenti e risorse del territorio. Le fabbriche si ergevano come roccaforti pulsanti della produzione senza sosta, e riunivano collettività per lo svago e per conquiste sociali, come il lavoro femminile e i diritti degli operai.

non-auro-sed-ferro-mostra-g

non-auro-sed-ferro-mostra-h

A ben vedere, le aree industriali sono state forse le prime, le più evidenti, a perdere funzione e significato. A zuccherifici, birrifici e pastifici, si sono aggiunte caserme, ospedali, macelli, porti e aree ferroviarie. Quartieri e palazzoni anni ’60-’70, ex-cinema, teatri ma poi sarà il turno dei centri commerciali, di desueti grattacieli rotanti o edifici multifunzione certificati. La città continuerà ciclicamente a lasciare “buchi neri” e a dismettere aree più o meno grandi con cui dovrà relazionarsi e stabilire limiti a cambiamenti, che non siano dettati solo da logiche di profitto e dal profitto di pochi, ma in cui si preveda la salvaguardia della memorie storico-culturale collettiva.

Le fabbriche dismesse, da simboli decaduti di città e di interi bacini industriali, sono diventati landmark di aree da riqualificare; in molte città europee come Amburgo e Marsiglia, sono state convertite in expo, loft e ristoranti. La storia delle città è fatta di ripensamenti, sovrascritture, abbattimenti e mode passeggere. È necessario scegliere continuamente cosa salvare e cosa distruggere, in bilico tra una coscienza immemore che specula e abbatte in nome di una sostenibilità certificata e una coscienza conservativa che ricuce, recupera e limita il nuovo.

non-auro-sed-ferro-mostra-i

non-auro-sed-ferro-mostra-l

L’opera di Carnevale, in un periodo di gentrificazione ma anche di riconversioni di bunker, cimiteri di locomotive e vecchi aeroplani, ricorda come la salvaguardia di alcune preesistenze sia necessaria per la definizione della città contemporanea stratificata.

Read more

Il giardino sul tetto della stazione: Crossrail Place di Foster + Partners

Da tempo ormai, l’immagine di Londra non è più soltanto legata alla storia ed ai suoi monumenti. Big Ben, Westminster, Buckingham Palace e Tower Bridge restano le attrazioni turistiche per eccellenza, ma stanno pian piano lasciando spazio alla Nuova Londra, costruita da maestri e archistar dell’ultima generazione. La stazione di Crossrail Place a Canary Warf progettato dallo studio Foster + Partners è uno dei simboli della nuova città, con il suo giardino sul tetto già ultima e visitabile.

IL GIARDINO TROPICALE DELLA STAZIONE ATOCHA RENFE DI MADRID

{loadposition google1}

Viaggiando in questa strabiliante città, si ha l’occasione di assaporare una realtà completamente diversa da quella italiana. Tutto a Londra è architettura, innovazione, ricerca. Perdersi per le sue strade oggi vuol dire anche attraversare aree circondate da cantieri in corso, nuove costruzioni che si affiancano a quelle esistenti o che sempre più spesso ne prendono il posto per contribuire al cambiamento ed alla nuova immagine di Londra.

L’area di Canary Wharf è una delle aree che negli ultimi anni ha consolidato la sua immagine e che si propone come una delle tappe obbligate per chi decide di visitare la Londra contemporanea.

A Canary Wharf, la prima parte del complesso Crossrail è stata finalmente aperta al pubblico: si tratta di una delle 40 stazioni della rete di collegamento fra l’est e l’ovest della città di Londra, progettata dallo studio di architettura Foster + Partners.

L’edificio sostenibile chiamato Crossrail Place ospita un centro commerciale che arricchirà la zona tra il quartiere residenziale e quello finanziario. L’intero complesso sarà costituito da un edificio a 7 piani che si estenderà per circa 300 metri lungo il molo. La conclusione è prevista entro il 2018 ed oltre alla stazione, ci saranno negozi, cinema, ristoranti, caffè e un giardino sul tetto.

giardino-crossrail-place-foster-b

Sono stati inaugurati 4 piani del Crossrail Place tra cui l’ultimo, dove trova collocazione il meraviglioso giardino disegnato dallo studio londinese Gillespies, specializzato in progettazione del verde, che offre una passeggiata panoramica in un bellissimo giardino protetto dalle piogge londinesi. “Il disegno del giardino risponde al linguaggio architettonico del tetto nella creazione di un ambiente adibito a parco originale e riparato. Offrirà ai visitatori un punto di vista del tutto nuovo per guardare i canali e la zona circostante”. Ha spiegato uno dei partner dello studio Gillespies che ha collaborato al progetto con Foster + Partners.

giardino-crossrail-place-foster-c

giardino-crossrail-place-foster-d

Passando attraverso ponti di collegamento è possibile l’accesso a questo suggestivo mondo verde popolato da essenze vegetali originarie dei paesi visitati dalla Gran Bretagna durante le esplorazioni marittime: le essenze scelte per il giardino sul tetto del Crossrail Place di Foster, infatti, sono state selezionate per ricordare l’ambiente marittimo della zona e provengono dai paesi visitati dagli inglesi nel XIX secolo per commerciare le navi che furono costruite nei magazzini della zona della stazione dalla West India Dock Company. Questi tre depositi furono abbandonati nel 1960 fino alla chiusura del 1980, con il piano per riqualificare la zona e farne un polo finanziario.

{youtube}ZGNoIOdFl6Y{/youtube}

giardino-crossrail-place-foster-e

Il parco che sovrasta la costruzione di sette piani di Foster + Parners è coperto da una struttura in legno lamellare che mediante moduli triangolari consente il posizionamento delle lastre di ETFE, etilene-tetra-fluoro-etilene, una plastica autopulente e riciclabile che non ostacola l’ingresso delle componenti dello spettro luminoso che servono alla crescita delle piante del tetto verde. La copertura della stazione è, inoltre, aperta al centro per il passaggio di luce, aria e acqua meteorica.

L’effetto è davvero suggestivo sia per il contrasto con l’architettura circostante di vetro e acciaio che per la tranquillità che emana il giardino del Crossrail Place, facendo da contrappunto al rumore della metropoli all’esterno.

Un modo tutto nuovo per guardare Londra con occhi diversi.

Read more

Chi ha inventato le lampade a LED?

Le lampade a LED hanno soppiantato le tradizionali lampadine ad incandescenza invadendo le nostre case e diventando uno degli oggetti più diffusi, eppure non tutti conoscono chi ha inventato questi apparecchi, nè la loro storia lunga mezzo secolo. Dalle prime sperimentazioni al premio Nobel per la Fisica del 2014, i LED hanno dominato il mondo dell’elettronica e rivoluzionato il modo di portare luce nelle nostre case.

{loadposition googlechirico}

Gli inventori delle lampade LED premi Nobel per la Fisica

Alessandro Volta ha inventato la pila, a Gugliemo Marconi si deve il primo telegrafo senza fili, la macchina a vapore -senza la quale non ci sarebbe stata la Rivoluzione Industriale- è figlia dell’ingegnere scozzese James Watt, la lampadina ad incandescenza fu inventata da Thomas Edison nel 1878. E le lampade a LED? Grazie alla loro resa energetica, i LED, ovvero Light Emitting Diode (diodi ad emissione di luce) hanno invaso le nostre abitazioni attraverso gli oggetti di uso quotidiano, dagli elettrodomestici agli apparecchi illuminanti, sostituendosi alle vecchie lampadine ad incandescenza che avevano monopolizzato il mercato per oltre un secolo.

Il primo LED fu inventato dallo statunitense Nick Holonyak Jr nel 1962 durante una collaborazione con la General Electric. È quest’uomo, ricercatore e docente dell’Università dell’Illinois, ad aver studiato e sviluppato tutte le potenzialità dei semiconduttori sfruttati dai dispositivi optoelettronici come i LED, che negli anni ’60 esistevano solo nella loro versione rossa e, successivamente, verde. Variando la tensione tra lo strato di elettroni (lo strato n) e lo strato delle lacune (lo strato p), gli elettroni si combinano con queste emettendo fotoni, la cui frequenza determina il colore della luce.

La luce bianca e brillante che oggi illumina le nostre stanze con un click dell’interruttore è stata inventata nei primi anni ’90 ed è frutto degli studi di tre fisici giapponesi, Isamu Akasaki, Hiroshi Amano and Shuji Nakamura, che hanno prodotto il primo fascio di luce blu dai semiconduttori, innescando una trasformazione fondamentale per la tecnologia dell’illuminazione.

inventori-led-b

Nonostante i notevoli sforzi, sia nella comunità scientifica che nel settore industriale, il LED blu era rimasto una sfida per decenni, ma grazie alla scoperta giapponese, i diodi rossi e verdi potevano finalmente essere impiegati con la luce blu per creare lampade a luce bianca.
La scoperta del LED a luce blu ha richiesto oltre trent’anni di impegno nella ricerca del semiconduttore adatto (cristalli di nitruro di gallio) a liberare la giusta frequenza di fotoni e questo è bastato per ritenere la ricerca di Akasaki-Amano-Nakamura meritevole del premio Nobel per la Fisica 2014.

L’impatto della scoperta del LED a luce blu

Lampadine ad incandescenza hanno illuminato il XX secolo; il XXI secolo sarà illuminato da lampade a LED. In appena 20 anni dalla sua scoperta, il LED a luce blu ha contribuito a cambiare e migliorare il modo di portare la luce nelle nostre case assecondando la necessità di risparmio energetico e la svolta “green” della ricerca nel campo dell’illuminotecnica. Le lampade LED emettono luce bianca, sono energeticamente più efficienti delle obsolete lampadine a bulbo e durano di più. Questa tecnologia viene costantemente implementata in termini di efficienza e questo si comprende comparando i più recenti dati disponibili sulle lampade LED con quelli relativi alle luci fluorescenti e a bulbi incandescenti: una lampada a LED fornisce 300 lumen/Watt contro i 16 lumen/Watt delle normali lampadine ad incandescenza e i 70 lumen/Watt della lampadine fluorescenti.

Ragionando in termini di consumi e durata, l’efficienza delle nuove lampade è indiscutibile. Una lampada LED dura fino a 100.000 ore (ovvero può rimanere accesa 24 ore su 24 per ben 12 anni), le lampadine fluorescenti 10.000 ore, le lampadine ad incandescenza solo 1.000 ore. Considerando che un quarto del consumo mondiale di energia elettrica è imputabile all’illuminazione, i LED si riconfermano una risorsa importante per risparmiare energia e salvare il pianeta.

Aziende come ZR Impianti si occupano di realizzare impianti di illuminazione LED e progetti di illuminotecnica garantendo un’elevata efficienza luminosa, una ridotta produzione di calore e una durata media elevata degli apparecchi illuminanti per interni ed esterni, abbattendo così i costi di manutenzione e garantendo un ritorno dell’investimento iniziale in pochi mesi. 

Read more

La scuola materna che insegna a coltivare: Nursery Fields Forever

Non si è mai troppo piccoli per imparare ad occuparsi delle piante e degli animali. È questa il motto della Nursery Fields Forever, l’asilo dove si impara anche a coltivare l’orto, progetto vincitore del concorso di idee londinese AWR International Ideas Competition. L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello di trovare una proposta interessante e innovativa per una nuova scuola materna nella città di Greenwich, alle spalle della più famosa accademia di danza Laban Centre, firmata da Herzog & De Meuron. 

E così, dopo gli asili nido nel bosco, le fattorie didattiche e altri esperimenti progettuali nati con l’intenzione di portare sin da subito i piccoli a contatto con la natura, nasce la scuola che inizia all’agricoltura, che riesce a mixare perfettamente l’agricoltura urbana, la pastorizia e l’istruzione materna.

FATTORIE URBANE: A SINGAPORE ORTI E ALLOGGI PER GLI ANZIANI

{loadposition googleleo}

La scuola che insegna a coltivare: un team tutto italiano

Il tema del concorso lanciato da AWR e che ha visto trionfare il progetto della scuola materna Nursery Fields Forever è attuale più che mai. Al giorno d’oggi i bambini, che dovrebbero essere lasciati liberi di vivere la propria innocenza e la propria ingenuità, oltre che la spensieratezza tipica della loro tenera età, vengono costantemente spinti nell’inferno della tecnologia. In questo modo i piccoli tendono ad allontanarsi sempre più dalla natura e a cercare sempre meno nuove tecniche per curarla e, soprattutto, per rispettarla. In questo scenario, se il presente appare triste, ancora peggio sembrerebbe il futuro che, molto probabilmente, verrà lasciato nelle mani di giovani, ora bambini, incapaci di comprendere fino in fondo quanto è stata buona e clemente con l’uomo Madre Natura e inadatti ad impegnarsi per sfruttare le risorse naturali a loro disposizione rispettandone l’essenza. 

È per questo motivo che il team tutto italiano, precisamente romano, composto da Edoardo Capuzzo Dolcetta, Gabriele Capobianco, Davide Troiana e Jonathan Lazar per per la scuola materna di Greenwich ha pensato di presentare un progetto forte e innovativo, nato dall’intenzione di preservare l’infanzia dei bambini, ma anche la bellezza della natura. L’asilo con il suo orto didattico insegna ai piccoli umani a coltivare il giardino imparando così la reale provenienza del cibo. 

scuola-nursery-fields-forever-b

I tre principi della scuola “agricola”

Secondo i componenti della squadra vincitrice, l’istruzione materna dovrebbe avere tre approcci paralleli: imparare dalla natura, imparare dalla tecnica, imparare dalla pratica. È soprattutto quest’ultimo principio a fare la differenza, a guidare verso una progettazione che permetta ai piccoli di comprendere, praticamente, un aspetto molto importante della vita dell’uomo, qualunque sia la sua età: la provenienza del cibo che si mangia

Il progetto Nursery Fields Forever, infatti, non prevede aule chiuse e tutte uguali tra di loro, ma ampi spazi aperti, adibiti a coltivazione di verdure e ortaggi, oltre che a pascolo per gli animali che si aggirano liberi tra una pianta e l’altra. In queste macchie verdi si inseriscono delle strutture coperte, con tetto a doppia falda, caratterizzate da ampie vetrate rivolte verso il paesaggio naturale circostante. Questi spazi sono destinati alle attività da svolgere al chiuso, quando le condizioni climatiche e le temperature non permettono di godere appieno della bellezza dell’aria aperta. 

scuola-nursery-fields-forever-c

scuola-nursery-fields-forever-d

Imparare a coltivare a scuola: sostenibilità ambientale e sociale

La Nursery Fields Forever rappresenta un manuale di buon comportamento per i bambini nei confronti del pianeta, un memorandum su come agire rispetto a quella natura così benevola da offrire, a loro e alle famiglie, cibo da mangiare, animali da accudire, energia per sopravvivere. I bambini, infatti, oltre alle attività tipicamente agresti, come la coltivazione dell’orto e la cura degli animali, saranno introdotti anche al tema dell’energia rinnovabile. Gli allievi dell’asilo scopriranno il potere nascosto del vento e del sole, imparando il funzionamento delle turbine eoliche e dei pannelli fotovoltaici installati in loco.

Ma la Nursery Fields Forever è anche e soprattutto un progetto che punta alla sostenibilità sociale. Collaborando con i compagni nella cura di piante e animali presenti nella “scuola-fattoria”, infatti, i bambini avranno la possibilità di socializzare, di imparare l’importanza di lavorare insieme, di cooperare, di comunicare e di aiutarsi a vicenda per raggiungere un obiettivo comune, quello di coltivare la pianta o di accudire l’animale in questione.

Conseguenza diretta di questo metodo di insegnamento è la presa di coscienza, da parte dei piccoli, delle proprie capacità. Tutti possono occuparsi della natura se correttamente istruiti e disposti a dedicare il proprio tempo a questa attività. La Nursery Fields Forever vuole formare piccoli eroi, bimbi dall’autostima ben sviluppata e consapevoli dell’importanza di quello che imparano nella scuola materna.

Il progetto non è ancora stato realizzato e già piace a tutti, come dimostra la vittoria del concorso per il team che l’ha partorito, ma la speranza comune è che questi bimbi, una volta terminato l’asilo e conosciuto il mondo delle “scuole tradizionali”, non dimentichino quello che hanno imparato e che, al contrario, da adulti, ne facciano tesoro, dimostrando al mondo intero come si può iniziare a rendere migliore il modo in cui si vive già da quando si è ancora bambini.  

Read more