La chiesa degli alberi: l’architettura religiosa è vegetale

L’imprenditore Barry Cox, imprenditore e titolare di una società di giardinaggio specializzata nel ripiantare alberi vivi è il promotore di un progetto di una chiesa costituita interamente da alberi: la chiesa degli alberi.

Oggi, dopo quattro anni di intenso lavoro, ad Ohaupo, in Nuova Zelanda, è possibile ammirare la chiesa realizzata con soli alberi veri.

LA CATTEDRALE VEGETALE: LA VERSIONE VERDE DI NOTRE DAME

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LA SELEZIONE DELLE ESSENZE ARBOREE

La tree church (chiesa degli alberi) nasce come un’ispirazione dovuta a diverse passioni: il lavoro dell’imprenditore neozelandese nell’arboricoltura associato al suo interesse per l’architettura. La chiesa è una vera e propria opera d’arte verde vivente ma il risultato finale è stato frutto di approfondite ricerche che gli hanno consentito di selezionare la tipologia di arbusti con le migliori caratteristiche dal punto di vista della curvatura e della resistenza.

Per le pareti la scelta è ricaduta su un albero australiano, della specie Leptospermum macrocarpum, che ha foglie spesse e un colore simile alla pietra.

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Per il tetto, dove le piante si arrampicano attorno ad una trama di ferro, Cox ha scelto piante particolarmente flessibili: con il tempo i rami degli ontani diventeranno l’impalcatura stessa del tetto di questa speciale chiesa verde, mentre la scelta delle latifoglie permetterà il passaggio della luce attraverso il tetto anche in inverno.

L’altare della chiesa è stato realizzato con marmo proveniente dall’Italia, dove vivevano i suoi antenati e faceva già parte della chiesa di famiglia di Barry nella località di Shannon, in Nuova Zelanda.

La chiesa albero, o la chiesa foresta – questi i nomi con cui l’hanno denominata – può ospitare fino a un centinaio di persone e può ospitare anche eventi e cerimonie sacre. Anche la zona intorno alla chiesa è totalmente verde, grazie al prato che delimita la zona e alla vegetazione circostante.

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LE CATTEDRALI VEGETALI IN ITALIA

Non dimentichiamo che anche l’Italia ha la propria cattedrale verde. La prima Cattedrale Vegetale delle Alpi Orobie è stata inaugurata nel 2010. Voluta nel Parco delle Orobie Bergamasche, insieme ai Comuni di Oltre il Colle, Roncobello e Ardesio e con la partecipazione del Centro di Etica Ambientale di Bergamo, la struttura sorge, circondata da alberi, al centro di una silenziosa radura e si estende per 650 metri quadrati di superficie.

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Questo santuario verde non è adibito a luogo di culto ma è destinato ad ospitare eventi culturali, concerti, manifestazioni folkloristiche, oltre che a diventare base di partenza ed arrivo per i percorsi e i sentieri del Parco.

Fonte foto: chiesa italiana travelblog.it; fonte nuova zelanda: centrometeoitaliano.it

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La poltrona bergère in chiave contemporanea

Alivar presenta Céline e Denise, design by Giuseppe Bavuso

11/08/2015 – Due nuovissime poltroncine Céline e Denise, entrambe firmate all’architetto Giuseppe Bavuso, entrano a far parte della collezione Home Project di ALIVAR. Una produzione caratterizzata da un design minimale, curato nel minimo dettaglio, espressione della coerenza di stile e dell’esclusiva eleganza che hanno reso l’azienda toscana un’icona nel panorama dell’arredamento moderno a livello internazionale.

 
Céline rappresenta una sintesi di purezza formale e funzionalità, riuscendo ad esprimere attraverso linee sinuose un’eleganza d’altri tempi.
La poltroncina infatti si ispira al modello bergère, per… Leggi l’articolo

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Il libro che si pianta e diventa un albero

Un libro che può essere piantato e diventare un albero. È l’iniziativa ecosostenibile promossa da una casa editrice argentina specializzata in libri destinati ai bambini.

In copertina: la copertina del libro

Disegna, consuma, pianta! La matita biodegradabile Sprout

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Il principio dell’iniziativa

I volumi vengono realizzati artigianalmente utilizzando carte che sono ecologiche perché derivanti da materiali di recupero, esenti da acidi e stampate con inchiostri biodegradabili, e in cui risultano inseriti semi di Jacaranda, un albero dalla suggestiva fioritura blu-viola originario delle regioni tropicali e sub-tropicali dell’America centrale e meridionale apprezzato come elemento decorativo in tutto il mondo.

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Il libro può essere interrato, la carta si degrada completamente attraverso un processo di compostaggio, e dalla germinazione dei semi cresce una jacaranda, in un incessante processo di rinascita e trasformazione aderente a uno dei motti dell’iniziativa secondo cui “per fare un libro ci vuole un albero ma, da oggi, anche per fare un albero può bastare un libro”.

Nelle librerie in cui l’eco-libro è distribuito è possibile comprendere direttamente l’iter che lo fa trasformare in albero grazie a un espositore in vetro contenente terra, sassi e il libro da cui germoglia una piantina.

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La promozione della lettura e del rispetto per l’ambiente

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Il testo per l’infanzia, scritto da Anne Decis e Gusti Llimpi e intitolato “Mi papá estuvo en la selva” (“Mio papà è stato nella giungla”), non poteva che trattare temi legati a biodiversità, ecosostenibilità ed equilibrio naturale, raccontando un viaggio reale nella foresta equatoriale attraverso la voce narrante di un bambino.

La valenza educativa assunta dal libro di sensibilizzazione verso argomenti ambientalisti della generazione che ci succederà e che avrà il compito di gestire le risorse è così duplicemente legata sia alla lettura del testo che al riutilizzo dell’oggetto cartaceo stesso, facendo da eco all’aforisma di Choderlos de Laclos secondo cui “il pregio di un libro consiste nella sua utilità o nella sua piacevolezza, o in ambedue le cose, quando ne ha le qualità”.

L’attività sequenziale leggere-piantare-innaffiare è svolgibile con estrema facilità da un bambino, non occorrendo particolari attenzioni durante la coltivazione della pianta, che si adatta a diversi climi, cresce rapidamente sia nel terreno che in vaso e resiste bene all’inquinamento.

caption: Fioritura di alberi di jacaranda a Pretoria, in Sudafrica, detta la “Città della jacaranda”, per la rilevante presenza di tali alberi.

Seguendo lo slogan “così cresce un albero. E anche un bambino” il progetto -denominato “Tree Book Tree” ad indicare lo stretto rapporto che si instaura fra albero e libro nel ciclo vitale del prodotto-, fornisce così attraverso un’esperienza ludica un insegnamento ecologico al piccolo lettore, il quale accresce le proprie conoscenze apprendendo in modo divertente l’importanza del ruolo rivestito dalle risorse, l’origine e il reciproco rapporto fra elementi naturali e prodotti e le modalità della tutela dell’ambiente.

caption: Una pagina del libro  

La conversione green dell’editoria

Nelle intenzioni della casa editrice argentina “con Tree Book Tree il libro restituisce alla natura ciò che le ha tolto”.

L’editoria quindi comincia ad allinearsi con l’ottica del riciclo che è alla base di diversi prodotti di ecodesign che hanno in comune fra loro la proprietà di poter essere piantati grazie alla presenza di semi nella cellulosa (bombe di semi, cartoline, scatole, scarpe, impermeabili, carte, filtri di sigarette, imballaggi, matite etc).

Il testo è simbolo del passaggio da un’editoria classica ad una ambientalmente consapevole. Non implicando alcuno spreco di risorse naturali, esso è infatti un’eco-versione creata con materiali di post-consumo di un volume che in passato fu pubblicato invece con carta ricavata totalmente dall’abbattimento di alberi.

Il libro seminabile tuttavia contribuisce solo in parte all’inversione della tendenza del Paese alla deforestazione, essendo essa legata non solo all’editoria (con stampe di libri che raggiungono numeri di 6 milioni ogni mese, per un totale annuo di 45.000 pagine), ma anche all’avanzare di piantagioni intensive.

“Quando usiamo gli alberi con rispetto e parsimonia, abbiamo una delle più grandi risorse sulla terra”. (Frank Lloyd Wright)

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Unicredit Pavilion: una struttura leggera in larice nel centro di Milano

All’interno del nuovo quartiere Garibaldi-Porta Nuova, protagonista in questi anni di un vasto intervento di riqualificazione urbana ed architettonica, proprio in mezzo ai moderni palazzi Unicredit, ci si imbatte in un’architettura in grado di connettere piazza Gae Aulenti, il parco e le torri che lo circondano: è il nuovo Unicredit Pavilion, firmato dal Maestro Michele De Lucchi.

MILANO ED EXPO 2015: LA FORESTA DEL PADIGLIONE AUSTRIACO

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Concepito come un luogo di relazione e di cultura, il padiglione vuole essere uno spazio polifunzionale in grado di ospitare mostre, eventi e conferenze; un centro dove dialogo e condivisione diventano l’obiettivo delle iniziative che qui verranno organizzate. Serate, concerti e meetings, inoltre, potranno avere luogo contemporaneamente, grazie alla sapiente progettazione degli ambienti interni.

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“Si capisce subito che non è ne un condominio nè un edificio da uffici e si memorizza con la forza emozionale di un monumento, un simbolo tra la natura del parco e gli uomini dei grattacieli” (M. De Lucchi)

Scambi ed incontri aperti alla comunità che, secondo il progettista, “vengono generati da un seme che contiene il cuore della vita  e che cade sulla terra per poter radicarsi, crescere e vegetare;  un seme che è oggi un edificio di legno, al bordo di un grande parco cittadino.”  Affacciato verso le torri in vetro che lo circondano, il padiglione è sinonimo di sostenibilità e sensibilità verso la natura e l’ambiente; si presenta come un’architettura all’avanguardia contraddistinta da innovative soluzioni tecnico-costruttive attente alla valorizzazione delle risorse naturali ed al risparmio energetico.

Un seme, appunto, reso immediatamente riconoscibile grazie ad una leggera struttura in legno di larice arricchita dalla luminosità del vetro, che si integrano perfettamente generando così un’atmosfera armoniosa ed accogliente; un volume architettonico arrotondato che si pone in contrasto (ma anche perfettamente in sintonia) con le linee rigorose degli edifici circostanti. 

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Il padiglione si erge su tre livelli: al piano terra, innanzitutto, si trova un ampio auditorium che potrà accogliere fino a 700 posti, grazie alla versatilità dell’aula modulabile, che potrà essere suddivisa in ambienti più piccoli.

Percorrendo una scala elicoidale che nasce proprio dall’auditorium, si accede poi alla Passerella dell’Arte, dedicata alle esposizioni artistiche ed alle mostre temporanee; un percorso flessibile che potrà essere adoperato a supporto di altre attività ospitate all’interno della struttura attraverso la creazione di narrazioni visuali ed interattive.

Proseguendo verso il secondo livello, si giunge al Mini Tree, un nido d’infanzia a servizio dei dipendenti e non solo, che ospiterà fino a 60 bambini dai 3 ai 36 mesi; mentre al terzo piano è collocata la Greenhouse, un suggestivo open-space destinato ad accogliere conferenze ed eventi di business e caratterizzato da due “ali” apribili lunghe 12 metri e dotate di maxischermi, i quali permetteranno ai visitatori di seguire gli incontri anche dall’esterno.

Inaugurato pochi giorni fa, la serata inaugurativa del 28 Luglio ha dato inizio ad una lunga serie di eventi che proseguiranno anche dopo i mesi estivi e che vedranno la partecipazione di protagonisti nazionali ed internazionali.

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Murales 3D con porte riciclate: la street art si fa green

Stefaan De Croock usa materiali di scarto per creare murales tridimensionali. Lo street artist -pseudonimo Strook- applica sulla facciata di edifici oggetti di legno riciclato, componendo un mosaico di cui vecchie porte, pannelli di mobili, pavimenti inutilizzati sono le tessere.

In copertina: “Wood&Paint” 

Murales: pittura, fotografia e verde verticale per riqualificare gli edifici

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La realizzazione dei murales 3D

La prima fase per la  creazione dei murales è un’accurata selezione del materiale, operazione che secondo l’autore è “importante quasi quanto la realizzazione dell’opera”; seguono la pianificazione del lavoro, il ritaglio del legno in officina ed infine l’assemblaggio in opera su una parete creando astratti profili di volti secondo uno schema di linee e piani cromatici il cui effetto ricorda il gioco del tangram.

caption: L’effetto cromatico e materico

caption: La preparazione del materiale

caption: La lavorazione del legno

caption: L’assemblaggio in opera

Si instaura un dialogo fra i diversi materiali presenti nella scena, ovvero quelli propri dei visi e quelli del supporto: legno e pittura in “Wood&Paint”, opera realizzata nel 2014 a Bruges, città dove Strook vive e lavora, in cui due soggetti di differenti materiali si guardano specularmente rappresentando le analogie e le differenze fra esseri umani (“noi siamo così differenti e così identici”); rispettivamente legno e mattoni in “Elsewhere”, opera dell’anno successivo, in cui la parete non finestrata di una vecchia fabbrica di mobili nella città belga di Mechelen diventa la fonte di ispirazione e la base per ospitare una sagoma che rompe la monotonia della trama in mattoni del muro.

caption: L’aspetto finale di “Elsewhere”

Risultati di efficaci fusioni fra murales e riciclo e di sintesi di ricerca scultorea-pittorica e contestualizzazione urbana, le figure sono volti enigmatici la cui incompletezza induce lo spettatore ad immaginare sineddoticamente la presenza di un corpo e la cui “malinconica, fragile posa simboleggia una persona nel comfort della sua casa, là dove è veramente se stesso”, come afferma l’autore.

caption: La cura artigianale per il dettaglio 

Opera e memoria

Una costante dell’intervento di Stefaan De Crook è il mantenimento della memoria sia dei luoghi che dei materiali coinvolti nell’opera perchè “ogni pezzo di legno ha la propria storia e assemblandosi con altri pezzi in una nuova composizione forma una nuova storia”.

Infatti, l’utilizzo di porte che un tempo costituivano un aspetto del contesto urbano contribuisce all’integrazione con i luoghi e il processo di trasformazione di un oggetto inutile in opera d’arte ready made non prevede alcun colorante o altra modifica, mantenendo così segni dell’usura, texture e pigmentazione originali dei materiali.

Inoltre l’opera, essendo en plein air, sarà sottoposta ad un ulteriore inevitabile processo di deterioramento, vivendo delle variazioni ambientali del contesto in cui è inserita.

caption: Particolare di una delle porte utilizzate per “Elsewhere” 

Il messaggio ecologico

Uno dei valori della performance è legato alla riflessione che essa induce sul ruolo che l’arte può assumere come veicolatrice di un messaggio ecologico criticando l’abitudine dell’uomo di liberarsi degli oggetti di cui non sa riconoscere un’utilità.

Inoltre la collocazione outdoor dell’opera permette di trasmettere tale messaggio a tutti gli abitanti che costituiscono parte dello spazio urbano (camminando, sostando, guidando…) e implica di conseguenza un rapporto artista-fruitore-opera-supporto-luogo, in una fluida interazione fra le istanze che producono contenuti e coloro che li recepiscono e li reinterpretano.

L’intensificazione del messaggio avviene tramite l’amplificazione iperbolica delle dimensioni reali dei volti: un’operazione di figuratività retorica che è una delle strategie della comunicazione visiva delle narrazioni urbane della street art.

caption: L’opera e il contesto: “Wood&Paint”

caption: Le notevoli dimensioni di “Elsewhere”

Messaggio ecologico comune non solo al pensiero di Strook, ma a tutta quella corrente di artisti che riutilizzano non convenzionalmente materiali di scarto per realizzare murales e non solo, di cui sono esponenti ad esempio Moaffak Makhoul, Artur Bordalo e Choi Jeong-Hwa.

caption: A Damasco, il più grande murale del mondo fatto con materiali riciclati, realizzato da un team di artisti con a capo Moaffak Makhoul. Foto dalla pagina Facebook dell'artista. 

caption: Artur Bordalo all’opera nel creare un murale 3D costituito da una base lignea su cui è installato un collage di immondizia, pneumatici e cavi. Foto dalla pagina Facebook dell'artista.

caption: Il sistema di facciata per un edificio di Seul, ideato da Choi Jeong-Hwa, la cui trama è un patchwork di mille porte riciclate colorate e differenti fra loro. Foto da choijeonghwa.com 

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Efficienza energetica: gli ingegneri al lavoro per semplificare le norme

07/08/2015 – Gli ingegneri sono pronti a collaborare con le istituzioni per la stesura di un testo unico in materia di energia e per introdurre reali semplificazioni e agevolazioni (come la stabilizzazione degli ecobonus) nelle procedure energetiche per favorire imprese e cittadini.

Queste alcune proposte presentate nel corso della “13 Giornata Nazionale dell’Energia: efficienza e riqualificazione del patrimonio edilizio” organizzata a giugno scorso dal Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI), con FINCO ed ENEA.
 
Energia: semplificazioni e testo unico
Il CNI ha dichiarato che intende impegnarsi per intensificare la collaborazione con le Istituzioni (MISE, Ministero Ambiente, ENEA, GSE, commissioni parlamentari, ecc.), in modo da fornire un contributo attivo alle normative in materia energetica, sin dall’inizio del loro iter, partecipando ai tavoli di lavoro istituzionali e confrontandosi sulle criticità che stanno frenando lo sviluppo..
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Material ConneXion Italia per ITS–International Talent Support

Il contest internazionale sulla creatività del futuro

07/08/2015 – Anche per il 2015 Trieste ha ospitato la premiazione e l’evento conclusivo di ITS – International Talent Support, la piattaforma internazionale che raccoglie e seleziona i migliori talenti delle più importanti scuole di moda. Partner dell’evento OTB, YKK, SWATCH e SWAROVSKI e Material ConneXion Italia nel ruolo di Technical Supporter.
 
A giudicare i quaranta i finalisti, una giuria composta da giornalisti, designer e fashion insider.  Presentatrice della serata Victoria Cabello.
 
Per l’occasione Material ConneXion Italia, grazie alle sue competenze ed esperienze nel campo dei materiali innovativi e del trasferimento applicativo,… Leggi l’articolo

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La casa costruita con sacchi di terra

Economica, confortevole, a basso impatto ambientale: è la piccola e accogliente casa rotonda costruita vicino Asheville, in North Carolina, con sacchi pieni di terra e con ogni tipo di materiale di recupero. I proprietari, investendo circa 5.000 dollari e tutta la loro buona volontà, hanno realizzato con le loro mani questo rifugio lontano dalla città e disperso in un luogo selvaggio a contatto diretto con la natura. 

SACCHI DI TERRA: COME COSTRUIRE CON EARTHBAG E SUPERADOBE

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IL PROGETTO DELLA CASA DEI SACCHI DI TERRA

Il volume dell’edificio, costruito utilizzando come elemento base non il mattone, ma il sacco, è un cilindro con copertura lignea. I primi due corsi, posizionati sopra le fondazioni, messe in opera impiegano le pietre generalmente utilizzate per realizzare le massicciate delle ferrovie, sono in sacchi di cemento, mentre tutti gli altri sono in sacchi di terra. Tra una fila e l’altra è stato inserito del filo spinato per ancorare meglio gli elementi tra di loro. Invece, per realizzare l’intonaco esterno e interno è stato necessario separare i sacchi con del polistirolo recuperato dai cassonetti e imbragare la struttura con della rete metallica proveniente dallo smontaggio di alcuni pollai.

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Le travi del tetto sono fissate alle pareti perimetrali con una serie di corde e sono collegati a una colonna in legno massiccio posizionata al centro della casa. L’impermeabilizzazione è stata realizzata stendendo elementi a prova d’acqua sigillati tra loro con mastice in silicone, mentre una serie di fogli di cartone è stata inserita per aumentare l’isolamento termico. La copertura è poi coronata da una serie di pannelli fotovoltaici che forniscono l’energia elettrica necessaria alla casa, mentre una stufa a legna garantisce il riscaldamento invernale.

La casa è costituita da un unico ambiente soppalcato: al livello del terreno si trova la zona giorno, mentre il livello superiore, raggiungibile con una scala a pioli, è occupato semplicemente da un letto matrimoniale. Le aperture sono ridotte al minimo indispensabile. Unica particolarità è la porta d’ingresso, dove la parte centrale è costituita da due battenti trasparenti, mentre i lati sono costituiti da un muro in terra, paglia e bottiglie colorate: un’idea interessante per riprodurre l’effetto del vetrocemento.

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Vetro fumé e legno per arredi versatili e componibili

Le nuove collezioni Tonelli Design

06/08/2015 – Le novità di Tonelli design sono arredi e complementi che spaziano tra versatilità tecnica e massime finiture artigianali, effetti tridimensionali assieme a elementi modulari e componibili, utilizzo del vetro fumé e del legno per realizzare prodotti eleganti ed evocativi. La collezione è firmata da: Arrighi e Nisco, Paolo Grasselli, Leonardi_Marinelli, Emilio Nanni, Favaretto and Partners, Karim Rashid e Andrea Tempestini.
 
Lapsus, design Arrighi e Nisco
Lapsus è un tavolo allungabile con piano d’appoggio in vetro temperato, sostenuto da una struttura in legno massello nelle varianti noce canaletto o laccato opaco RAL. In… Leggi l’articolo

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Intarsi e texture geometriche

Frammento Misura, Frank e Gene by Morelato

06/08/2015 – L’intarsio è una tecnica di decorazione con origini antichissime che vede la sua massima fioritura durante il Rinascimento, periodo in cui si sviluppa parallelamente la figura dell’ebanista, ovvero l’evoluzione del mestiere del falegname da artigiano ad artista. Questa lavorazione artigianale, basata su un gioco di incastri di vari elementi su una superficie di legno al fine di ottenere disegni ornamentali, arricchisce diversi articoli della produzione Morelato, azienda italiana con sede a Verona, che  conserva ancora oggi lo spirito della tradizione ebanista.   Tra i prodotti della nuova collezione 2015 si trovano tre esempi di applicazione… Leggi l’articolo

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Keep calm and seat comfortably

I nuovi scenari d’arredo lounging di Pedrali

06/08/2015 – Waiting room di un hotel, terrazza di un bar, common area di un ufficio: in tutti questi ambienti il comfort è un elemento essenziale. Ed ecco che le sedute si ampliano, si abbassano leggermente e diventano lounge per accogliere al meglio l’ospite. Ara Lounge, Log Lounge e Zippo Lounge: i nuovi scenari d’arredo lounging di Pedrali.

 
ARA Lounge, design Jorge Pensi Design Studio – Guarda l’intervista al designer
Il linguaggio formale, equilibrato ed elegante della collezione in polipropilene Ara è reso unico dalla caratteristica maniglia posta all’estremità dello schienale, elemento funzionale e forte segno espressivo. Progettata… Leggi l’articolo

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Un sottile piano in marmo in equilibrio su una struttura geometrica

Euclide, il tavolo allungabile Domitalia

06/08/2015 – Il teorema di Domitalia ha finalmente un nome: Euclide. Ispirato alle ricerche del celebre matematico, il design di Euclide deriva dallo studio delle geometrie triangolari. 
 
L’attenta composizione di questi elementi genera una struttura che sostiene ed equilibra il tavolo. Disponibile anche nella versione allungabile. 

DOMITALIA su ARCHIPRODUCTS… Leggi l’articolo

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Dia, i poteri inibitori del Comune non scadono decorsi 30 giorni

05/08/2015 – In materia edilizia il termine di trenta giorni non impedisce l’esercizio dell’ordinario potere sanzionatorio-repressivo per ogni trasformazione edilizia contrastante con la disciplina urbanistica.
 
A stabilirlo la Corte di Cassazione con Sentenza 10740/2015 in cui sottolinea che l’inutile scadenza del termine di legge per contestare all’interessato la carenza dei presupposti e dei requisiti per seguire la disciplina procedimentale della Denunzia di inizio attività (DIA) non configura un provvedimento implicito di silenzio-assenso, rimanendo impregiudicato il potere-dovere del Comune e dell’autorità giudiziaria di intervenire sul piano sanzionatorio nel caso in cui l’intervento realizzato a seguito della presentazione della D.I.A. risulti sottoposto a Permesso di costruire.
 
Interventi con la DIA: il fatto
Il proprietario di un immobile in Sicilia aveva presentato al Comune perizia asseverata relativa all’esecuzione..
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